Picozzi a Parolario:
"Indago i confini del male"

Il criminologo: "Cerco di capire il perché dei delitti, non il come" Debutti letterari - Il sorriso del conte
Calzana, esordio in grande stile
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Dieci omicidi che hanno fatto storia. Dieci storie per comprendere il male assoluto che si cela dietro il più grave dei crimini, quello contro la vita. È questo il senso di "Un oscuro bisogno di uccidere" (Mondadori), il libro che Massimo Picozzi ha ricavato raccogliendo i risultati del proprio lavoro come consulente psichiatrico in alcuni dei delitti più famosi degli ultimi anni: dalle Bestie di Satana al mostro del Circeo, da Michele Profeta a Loretta Zen. Milanese, docente di Criminologia all’Università Liuc di Castellanza, Picozzi sarà ospite questa sera a Parolario, alle 21 in piazza Cavour, in un incontro introdotto e moderato dal giornalista de La Provincia Umberto Montin.
Professore, cosa hanno in comune i delitti che ha raccontato?
Sono casi conosciuti, anche se ho volutamente lasciato fuori i due più abusati, e cioè Cogne e Novi Ligure. Il tema è il confine tra follia e malvagità, e quindi sono equamente distribuiti gli omicidi compiuti con il riconoscimento di una piena capacità di intendere e di volere da parte dell’assassino, e quelli compiuti in uno stato di semi o totale infermità mentale. Le ragazze sataniste di Chiavenna, ad esempio, hanno ottenuto la semi-infermità, Loretta Zen, la mamma che uccise la bimba nella lavatrice, era incapace di intendere e di volere, mentre Angelo Izzo, il mostro del Circeo, era pienamente capace.
Cosa le interessa maggiormente quando si accosta a un omicidio?
Cerco di raccontare il perché, non il come. Non mi interessa il numero di coltellate e cerco sempre di mantenere discrezione e rispetto. Questo libro è il frutto di tanti anni vissuti «sul campo»: dopo la laurea ho cominciato subito a lavorare nel carcere di Busto Arsizio e all’epoca c’erano detenuti come Vallanzasca, Epaminonda, i terroristi dell’Achille Lauro.
Cogne, Novi Ligure, Garlasco. Tanti delitti degli ultimi anni sono avvenuti in provincia. C’è una spiegazione?
Il discorso sulla provincia corrotta è un luogo comune. Se le cito i casi di Simonetta Cesaroni, Marta Russo e Ruggero Jucker, immediatamente la teoria viene smentita. Il problema è che abbiamo bisogno di dare un senso a determinati episodi, e allora prendiamo tre o quattro casi e troviamo una spiegazione sociologica. Non accettiamo che l’uomo possa essere malvagio.
E parlare troppo di delitti sui media non rischia di essere un detonatore pericoloso per le menti più fragili?
Non esistono studi che attestino un’influenza dei media per casi di omicidio. Il problema dei media è un altro: e cioè il numero di servizi al tg che ripetono continuamente le stesse cose e soprattutto la tendenza a una velocizzazione delle notizie che impedisce l’approfondimento. Nessun giornalista ormai può permettersi di entrare sul luogo di una strage e restar lì per ore, cercando di capire l’atmosfera, come invece faceva un tempo Dino Buzzati.
Ha dei modelli nella scrittura?
Ho cominciato a digerire romanzi gialli quando avevo quattordici anni. Sul piano della scrittura i miei idoli sono due opposti: Georges Simenon, per la sua capacità di usare un lessico essenziale, e la Yourcenar, che invece è un fuoco pirotecnico di invenzioni. Parlando di generi, invece, amo il filone tecnologico di Jeffrey Deaver e della prima Patricia Cornwell, e quello poliziottesco alla Michael Connelly.

Alessio Conca

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Debutti letterari - Il sorriso del conte
Calzana, esordio in grande stile
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L’esordio narrativo di Claudio Calzana con "Il sorriso del conte" (Edizioni O.G.E., pag. 208, euro 15), oggi alle 17 in piazza Cavour, ci conferma il momento d’oro degli scrittori lombardi. Ognuno con una particolarità stilistica, rappresentano il mondo della provincia di questa nostra terra, in modo beffardo ma con una caratteristica ben precisa, quella del piacere di raccontare storie. Questa è una particolarità della prosa di Claudio Calzana, ricercatissima nell’uso di un lessico che riprende termini desueti, ma anche reinventa in un italiano che così ha un suono ben più corposo e particolare, anche parole dalla vulgata popolare. "Il sorriso del conte" è ben più di un libro d’esordio: si tratta di un romanzo "maturo" per la prospettiva linguistica che adotta. È una scrittura questa che rimanda anche a riferimenti d’eccezione della cultura lombarda, non solo situazioni condivise in un altro contesto con Andrea Vitali, ma soprattutto un’attenzione forte alla lezione di Giuseppe Pontiggia, quello delle "Vite degli uomini non illustri". Il romanzo si svolge a Bergamo e segue le storie di tre generazioni di conti, i Salani, da Gabriele che, pur avendo una buona disposizione all’impegno lavorativo, non riesce a gestire con profitto l’azienda di famiglia, a Gian Giacomo, personaggio eroicomico per eccellezza, succube dell’Irene Cortesi, sua moglie, e infine, Angelo, il conte di cui parla il titolo, personaggio assolutamente ben calibrato tra estrosità e contraddizioni, cui fa da contraltare un Don Luigi Previtali, suo ex-compagno di scuola e suo migliore amico e confidente. È anche un romanzo corale in forma di commedia di provincia dove alla riuscita concorrono anche i personaggi minori, la servitù ad esempio. Un’eleganza stilistica, quella di Calzana, che non pone freni al piacere dell’affabulazione, che tiene incollato il lettore alle sue pagine. Non succede poi così spesso, ultimamente, nei romanzi italiani. Calzana ci è riuscito al primo colpo.

Fulvio Panzeri

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Salpa il "Battello dei nasi rossi"
Ovvero la solidarietà fra le righe

Sarà presentato oggi pomeriggio alle 18.30 al caffè letterario di ParoLario, in piazza Cavour, il «Battello dei nasi rossi», un progetto elaborato dal consorzio Solco Como assieme ad altri sodalizi e cooperative sociali. È un’iniziativa sostenuta dalla Fondazione provinciale delle comunità comasche durante tutto lo svolgimento della manifestazione culturale per agevolare l’ambizioso obiettivo: raccogliere 5 milioni di euro, al raggiungimento dei quali la Fondazione Cariplo erogherà altri 10 milioni di euro destinati a scopi benefici e umanitari. Questa attività prevede animazione, musica, laboratori artistici ma anche corsi sulla comunicazione con i pazienti rivolti agli operatori socio-sanitari e ai volontari del soccorso, per portare umanità e sorrisi ai bambini e agli anziani negli ospedali e nelle case di cura e riposo. Interverranno il presidente della Fondazione provinciale delle comunità comasche Franco Tieghi (nella foto), il presidente di Confcooperative Como Mauro Frangi e Bernardino Casadei della Fondazione Cariplo. Seguirà una performance dell’ensemble Musica Spiccia: acquistando il loro ultimo cd si contribuisce concretamente al finanziamento del progetto.

Alessio Brunialti

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