Pioggia di indagati in corsia
per l’uomo caduto dalla barella

Barellieri, medici e infermiere del Sant'Anna nei guai per la morte dell’imprenditore edile canturino

Fioccano i primi avvisi di garanzia, all’ospedale Sant’Anna. La scure inquisitoria della procura si abbatte su sei dipendenti dell’azienda di via Napoleona, tutti accusati di omicidio colposo per la morte di Renato Montorfano, l’81enne imprenditore edile canturino ucciso da un’emorragia cerebrale che, secondo i primi accertamenti, sarebbe stata causata dal trauma cranico riportato nella caduta dalla barella mentre era in attesa di una banale ecografia. Gli agenti del posto di polizia dell’ospedale hanno notificato ieri le informazioni di garanzia, tutte firmare dal sostituto procuratore Daniela Meliota. Nel mirino sono finito i due barellieri che avevano l’incarico di trasferire il paziente dal reparto di nefrologia alla radiologia, per sottoporlo a un’ecografia renale; la dottoressa in servizio quel giorno in radiologia; il medico del pronto soccorso che aveva visitato l’imprenditore, conosciuto con il soprannome di «Cavanèta», limitandosi a suturare la ferita senza disporre una Tac; due infermiere anche loro in servizio in radiologia il giorno della tragica caduta dalla barella.
I sei indagati sono stati invitati a nominare un consulente di parte in vista dell’autopsia che stamane, alle dieci e mezza, sarà eseguita sul corpo dello sfortunato imprenditore canturino.

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