Pistoia, Brienza e Gerasimenko: la storia ritorna

Amarcord Fu un debutto amaro, con la squadra che lottò fino al terzo quarto abbondante, per poi cedere 95-89 alla Giorgio Tesi Group

Anna Cremascoli, allora proprietaria della Pallacanestro Cantù, imprenditrice e presidentessa abituata a fare le cose per bene e curandole fin nei minimi particolari, aveva deciso che in quella stagione lo staff della squadra affidata al tecnico Fabio Corbani dovesse presentarsi in campo con abito blu e cravatta rosa, molto di tendenza.

Ma non durò a lungo. Con Pistoia, tappa di domani dell’Acqua S. Bernardo che esordirà nella seconda fase, ancora nel destino del club biancoblù. Proprio lì, nel lunch match con diretta televisiva su Sky dell’8 novembre del 2015, ci fu la prima uscita ufficiale di Dmitry Gerasimenko come neo patron della società.

Fu un debutto amaro, con la squadra che lottò fino al terzo quarto abbondante, per poi cedere 95-89 alla Giorgio Tesi Group. Per presentarsi in perfetto “Dima’s style”, ovvero nella maniera più stupefacente possibile, il magnate russo ordinò al team manager Paolo Avantaggiato e al general manager Daniele Della Fiori di non far vestire a nessuno la famosa cravatta rosa, racconta la leggenda - ma mai confermata da alcun protagonista - perché violasse i canoni della mascolinità intesa dallo stesso Gerasimenko.

Per la cronaca, tra gli assistenti di Fabio Corbani, c’era anche Nicola Brienza, ora allenatore di Pistoia, e che qualche giornata dopo avrebbe sostituito proprio l’esonerato Corbani, nel periodo di interregno (una vinta con Trento, una persa a Bologna con la Virtus, lo score del Nic) prima dell’arrivo di Sergej Bazarevich

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