Quel ladro di iPhone
si potrebbe catturare

Un codice numerico consente di individuare il cellulare rubato. Ma non sempre vale la pena

Domanda: perché non è possibile acchiappare il nuovo “proprietario” del telefonino rubato a Lipomo, immortalato in un paio di fotografie che lo stesso cellulare - non a caso uno smartphone, cioè un telefono “furbo” - ha spedito al suo vecchio e legittimo proprietario?

La risposta è che, in realtà, quel ragazzo che scruta soddisfatto il suo nuovo “acquisto” - un iPhone di ultimissima generazione - potrebbe essere acchiappato eccome. Basterebbe, per esempio, individuare dove si trovi. È un procedimento abbastanza semplice, cui le forze di polizia ricorrono con una certa frequenza ove si presenti la necessità. Si tratta di acquisire il cosiddetto codice “imei” dell’apparecchio - un codice che non si cancella con la semplice sostituzione della sim - e verificare quale sia la cella che aggancia, in altre parole quale sia il ripetitore attraverso il quale l’iPhone trasmette il suo segnale.

Tutto sta nel concetto di necessità. In altre parole: se si trattasse di indagare su un delitto o su un fatto penalmente più rilevante di un furto, allora probabilmente ci sarebbero gli estremi per procedere. Ma nel caso della scomparsa di un telefono, il gioco non varrebbe comunque la candela, a maggior ragione se, come sembra, l’apparecchio si trovasse all’estero.

Per poter interrogare una rete telefonica estera, occorre procedere, tramite le procura, con una cosiddetta rogatoria, con tempi tecnici decisamente molto lunghi e con il rischio che comunque, alla fine dell’operazione, il telefono potrebbe essere passato di mano in mano, con il risultato di rendere comunque non identificabile il ladro, o il ricettatore. Una soluzione intelligente, ma da adottarsi “a monte”, sarebbe quella di istituire, con il fattivo contributo dei produttori di smartphone, una sorta di databse internazionale, in grado di riconoscere telefoni e proprietari. Di fatto, in questo modo, i furti di cellulari terminerebbero istantaneamente. Perché non si fa? Beh, intanto perché costerebbe evidentemente moltissimo, e poi perché, a voler essere maligni, per chi li costruisce uno smartphone rubato è uno smartphone venduto. E allora? E allora, con ogni probabilità, l’amico ritratto colmo di soddisfazione con il suo nuovo gioiellino tra le mani nella foto qui sopra, è destinato molto probabilmente a farla franca. n

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