"Quindici giorni in coma
poi sono rinata"

Caslino d'Erba: la storia di Iolanda, una ragazza di 23 anni: "Dopo un incidente pensavo di morire"

CASLINO D’ERBA Un incubo, in cui le persone si muovono lentamente in un ambiente quasi ovattato, e non si ha la possibilità di scuotersi per svegliarsi. Un orrendo sogno trascinato per giorni; poi la presa di coscienza e la sicurezza di rinascere finalmente alla vita. Iolanda Pontiggia ha 23 anni quando - il 26 dicembre dello scorso anno - esce di casa, sale in auto con il fidanzato, la sorella e il ragazzo di lei. Dovrebbe essere un giorno come un altro; forse meglio, è Santo Stefano, una giornata di festa. L’auto procede sull’Arosio – Canzo; davanti al distributore di Castelmarte il mezzo esce in sorpasso: è un attimo, il veicolo sbanda, si gira e centra in pieno un palo della luce, proprio dal lato dov’è seduta Iolanda. Immediata la corsa in ospedale: la ragazza è in pericolo di vita; trauma cranico, rottura del bacino e di due vertebre, un polmone collassato. Questo il bollettino medico; dopo le operazioni viene indotto il coma farmacologico. Si può solo aspettare e sperare. Lei di tutto quanto accaduto nelle ore prima dell’incidente, di quel maledetto giorno, non ricorda nulla. «Le mie prime sensazioni sono quando, ancora in coma, mi stavano diminuendo i farmaci. Mi rammento il senso d’irrealtà, le persone che venivano a trovarmi e da dietro il vetro mi parlavano con il microfono. Io rispondevo e mi stupivo che loro non dicessero nulla; non capivo, ma in realtà ero io a non parlare. Poi sono uscita dal coma, dopo due settimane, e ho iniziato a parlare; ma sbagliavo i nomi, me li inventavo. Dicevo, pensavo che mi avrebbero dimesso lì a poco; e chiedevo alle infermiere perché non mi dicessero nulla». Poi la situazione piano piano prende a migliorare, e Iolanda torna casa per due giorni: «Non ci credevo, realmente non credevo di essere a casa; mi sembrava impossibile». Infine la presa di coscienza, la riabilitazione. Come una seconda nascita: «La prima volta che ho toccato l’acqua, il primo cibo. Davvero sono rinata giorno dopo giorno, grazie anche all’aiuto de La Nostra Famiglia di Bosisio Parini».

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