"Clinica dell'orrore", primi pentiti
Il proprietario: colpa dei medici

Gli interrogatori di medici della clinica milanese Santa Rita confermerebbero molte delle ipotesi accusatorie dei pm nell'inchiesta sulla clinica Santa Rita di Milano. Il proprietario però si difende: gli episodi di malasanità sarebbero a carico olo dei medici, ha detto

Sono a una svolta le indagini sulla "clinica dell'orrore" di Milano. Davanti al gip si succedono gli interrogatori dei 14 arrestati nell'ambito dell'inchiesta choc sulla clinica Santa Rita in cui è stato contestato il reato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per interventi ritenuti non necessari ma effettuati per avere rimborsi indebiti dal Sistena sanitario nazionale.
Al centro degli ultimi interrogatori il medico responsabile dell'Unità operativa di anestesia della clinica, il lecchese Giuseppe Sala, che si trova agli arresti domiciliari. Al professionista, in un interogatorio duranto quattro ore, è contestata una serie di truffe per oltre 103mila euro dal 2 novembre del 2005 al 31 dicembre 2007.
Se la posizione dell'anestesista è meno grave degli altri, tuttavia il medico - secondo indiscrezioni - avrebbe fornito alcuni particolari e fatto nomi, aiutando a ricostruire una serie di episodi al centro dell'inchiesta.
Accuse respinte invece dal proprietario della struttura, Francesco Paolo Pipitone. "Pipitone non scendeva nei reparti, non contava i morti", ha spiegato il suo avvocato, Enzo Brienza. Il proprietario della Santa Rita è accusato di truffa al Sistema sanitario nazionale e falso, ma, secondo il legale, "il signor Pipitone ha dichiarato al giudice che è impossibile che sia coinvolto nelle truffe contestate. Lui era l'amministratore, si occupava della gestione dell'azienda. I suoi rapporti con i medici riguardavano attività esclusivamente lecite. Se qualcuno si è inserito nel meccanismo compiendo dei reati sarà compito della magistratura accertarli".

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