Recupero della Ticosa, ecco il conto
Già spesi 7.5 milioni

Ieri vertice a Villa Saporiti sulla bonifica del sottosuolo
Altra tegola: si è dimesso il direttore generale di Multi

Solo pochi giorni dopo l’arresto, in Toscana, del progettista della Ticosa Marco Casamonti, accusato di corruzione e turbativa d’asta in due filoni d’inchiesta arriva un’altra tegola per l’ex tintostamperia. L’11 dicembre, ma la notizia è emersa nelle ultime ore, Mauro Mancini, direttore generale e presidente del cda di Multidevelopment (il gruppo italo-olandese che ha vinto la gara per l’acquisto dell’area) si è dimesso e verrà sostituito da Paolo Tassi. Mancini  resterà nel gruppo in qualità di «senior consultant, con il titolo di vicepresidente nuovi progetti». A riguardo il sindaco Stefano Bruni ha fatto sapere di non avere ancora parlato con il nuovo vertice della società, ma rassicura: «Per Como e la Ticosa non cambia assolutamente nulla».

Il piano di bonifica del sottosuolo della ex Ticosa, intriso di veleni, è finito ieri mattina sul tavolo di Provincia, Arpa e Comune di Como. A Villa Saporiti è stato convocato infatti un incontro in seguito alla lettera scritta ad Arpa e Provincia dal leader del Pd a Palazzo Cernezzi Luca Gaffuri. Il consigliere comunicava l’esistenza dell’indagine effettuata da "Sinesis" (su incarico di Multidevelopment), con risultati diversi da quella realizzata dalla Environ per conto del Comune e utilizzata per predisporre il piano operativo di bonifica valutato favorevolmente in sede di conferenza dei servizi. «Al di là delle inadempienze del Comune di Como (che non avrebbe trasmesso l’indagine Sinesis) - scriveva Gaffuri - ci parrebbe oltremodo incresciosa l’eventualità, tutt’altro che remota, che un positivo collaudo della bonifica prevista dal piano di bonifica approvato e, quindi un’attestazione della salubrità dei suoli, possano venire successivamente smentiti da quanto rinvenuto (e già oggi, quantomeno parzialmente, noto) nel corso delle operazioni di scavo propedeutiche ai successivi interventi edificatori». Da quanto emerge ieri mattina è stato stabilito che si procederà con il piano validato, ma che il Comune terrà conto in fase di bonifica dell’altra indagine ampliando le aree di scavo e allargando il raggio d’azione. In Provincia attendono ora che Palazzo Cernezzi formalizzi come intende considerare le analisi di Sinesi e il dirigente del settore Ambiente di Villa Saporiti spiega: «In tutti i piani ci si basa su un piano di caratterizzazione. A vista in superficie, non è possibile analizzare l’intera area e in corso d’opera vedremo se emergerà qualcosa di aggiuntivo durante gli scavi. Abbiamo chiesto al Comune la posizione che intende assumere, ampliando le indagini in fase di bonifica». La questione, però, è anche economica. Il piano di bonifica attualmente approvato prevede una spesa di 1,4 milioni di euro. Quella prospettata rispetto alle indagini Sinesis farebbe, invece, lievitare i costi di 2,5 milioni.

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