Riciclaggio Svizzera-Lombardia:
arresti e sequestro di 13 milioni

Una vasta indagine con flussi di denaro tra la Sicilia, la Svizzera e i paradisi fiscali investe la Lombardia del Nord, le province a ridosso del confine. Arrestati padre e figlio siciliani e il vicedirettore di un istituto di credito di Lugano. L'accusa è che somme di denaro provenienti da affari illeciti e forse a Cosa Nostra, siano stati portati in paradisi fiscali

Tre arresti e sei indagati a piede libero tra Palermo, Milano e Zurigo, 13 milioni di euro sequestrati su un fondo aperto in una banca d’oltre oceano riconducibile all’istituto di credito Arner di Lugano, un’inchiesta che rischia di fare parecchio rumore anche tra Varese, Como e Sondrio, incrociandosi pericolosamente con una ulteriore attività di indagine della procura della Repubblica lariana, impegnata negli ultimi mesi a ricostruire flussi sospetti di denaro dalla Lombardia alla Confederazione.
Sono gli estremi di una maxi indagine della Direzione investigativa antimafia di Palermo che ha portato all’arresto di due imprenditori siciliani, padre e figlio, Francesco e Ignazio Zummo, 76 e 50 anni, e di Nicola Bravetti, 55, vicedirettore della Arner luganese, originario di Castel San Pietro (a Sorengo, in Ticino) ma momentaneamente detenuto agli arresti domiciliari a Milano. 
Gli indagati sono accusati di aver occultato denaro ritenuto proveniente da attività illecite, riconducibile agli affari di Cosa nostra, su conti correnti bancari custoditi in paradisi fiscali.
Idue Zummo sono accusati di avere investito grosse somme di denaro in fondi all’estero, in particolare in paradisi fiscali, con la complicità del funzionario luganese.
Secondo gli investigatori la mente del giro sarebbe comunque proprio Nicola Bravetti, che è tra l’altro membro di una associazione interbancaria per la lotta al riciclaggio
L’inchiesta della procura palermitana avrebbe  preso il largo da una indagine avviata dal sostituto procuratore di Como Mariano Fadda, impegnato già da tempo nella ricostruzione di una rete apparentemente allestita e organizzata con l’unico scopo di esportare somme di denaro.
È un fatto che gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza comasca stessero già indagando su Bravetti ben prima che i colleghi siciliani lo arrestassero. Al vicedirettore della Arner bank viene riconosciuto un ruolo centrale di coordinatore di traffici che, a questo punto, non riguardano più soltanto il riciclaggio di denaro di sospetta provenienza mafiosa: si parla anche di somme riconducibili a piccoli e medi risparmiatori, imprenditori e professionisti lombardi e non.

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