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Sabato 03 Gennaio 2009
"Rimpasto" frenato per il governo
Il no della Lega alla squadra larga
IL governo Berlusconi vorrebbe allargare la squadra di governo. Ma la Lega frena l'allargamento, così il premier è costretto a fare marcia indietro. E' Calderoli, in particolare, ha mostrarsi perplesso sui nuvi ministri. Lacsiando intender che sullo sfondo resta prima da finire la battaglia per Malpensa.
Il senatore del Carroccio si dice «perplesso» su nuovi ingressi al governo perchè «più ministri a Roma si traduce in meno ministri sul territorio». In particolare, a preoccupare la Lega è la promozione di Fazio al dicastero della Salute che rappresenterebbe una 'minaccià per il federalismo fiscale.
«Sanità e turismo - precisa infatti il coordinatore delle segreterie leghiste - sono materie di competenza regionale e - avverte ancora Calderoli - nel momento in cui si fa il federalismo non si possono accentrare due materie come queste».
Una presa di posizione che Umberto Bossi ribadirà la prossima settimana direttamente al Cavaliere.
In realtà, la possibilità di promuovere alcuni sottosegretari non è nuova nella mente del premier, ma, è il ragionamento che si fa nella maggioranza, è difficile che questo possa tradursi in decisioni a breve termine. Il Carroccio dal canto suo mira ad evitare che ci siano ostacoli sul cammino per l'approvazione del federalismo fiscale. Il disegno di legge, bandiera del Carroccio arriverà in aula al Senato il 13 gennaio con l'impegno di arrivare ad un primo via libera entro la fine del mese. Un sì, quello dei senatorì, a cui il Carroccio lega la disponibilità a discutere poi le altre priorità del governo.
A ribadire però la necessità che il governo istituisca il ministero della Salute è Francesco Storace, ex ministro della Sanità nel precedente governo Berlusconi. «Un ministro della Salute - dice il leader della Destra - serve come il pane e Berlusconi, almeno su questo, farebbe bene a respingere al mittente i diktat della Lega». Nuovi ministri a parte, il Carroccio promette battaglia anche sul destino di Malpensa. Ad alzare la voce minacciando la possibilità di «geometrie variabili in Parlamento» è il sottosegretario alle Infrastrutture Roberto Castelli che, in un'intervista al Sole 24 ore, lancia un avvertimento: «Siamo disposti a tutto per salvare Malpensa. Si illude chi crede che la Lega sia pronta a barattare questa battaglia sull'altare del federalismo fiscale».
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