Rom e impronte, mezzo no Ue
Maroni replica: non sono informati

Dall'Europa arriva una sorta di preavviso negativo sulla possibilità che si possano rilevare le impronte dei bambini nomadi. "Non è compatibile con le norme Ue" ha avvertito un portavoce. Ma il ministro Maroni, già al centro della bufera, ribatte che a Bruxelles non sono informati. E la Ue frena un po': nessun giudizio, avvertono 

Dopo le polemiche interne, arriva anche quello che potrebbe essere un "preavviso" di bocciatura dall'Europa. La Commissione Ue, pur precisando poi di non voler esprimere giudizi su quelle che al momento sono ancora "dichiarazioni" di politici sulle impronte digitali per i rom, ha rilevato che questo non è possibile secondo le regole comunitarie.
La risposta è arrivata da uno dei portavoce, Pietro Pietrucci. Secondo questi gli Stati membri dell'Unione europea non possono prendere misure di schedatura o prelievo di informazioni biometriche come impronte digitali per singoli gruppi nazionali o etnici.
Petrucci si è rifiutato di commentare direttamente l'iniziativa, prevista nel pacchetto sicurezza e anticipata dal ministro dell'Interno Roberto Maroni: "Si tratta solo di un annuncio- ha spiegato- e noi non commentiamo annunci. Parliamo solo quando siamo di fronte a un fatto concreto, a un atto giuridico dello Stato membro". Petrucci ha, comunque, precisato che la proposta Maroni "non è compatibile con le norme Ue". Più tardi, evidentemente su pressioni di Roma, fonti della commissione hanno ribadito che non sono stati emessi giudizi.
Ma il ministro non sembra lasciarsi impressionare da questo mezzo parere, seppure ufficioso e parziale, e ha respinto i rilievi di illegittimità. "Non è così - replica Maroni - ma è una procedura che viene fatta normalmente in tutti i Tribunali dei minori. Quindi, chi ha detto questa cosa è poco informato". "Inviterei i responsabili della Commissione a informarsi prima di esprimere opinioni infondate", continua il ministro. Per il titolare del Viminale non si tratta assolutamente di una "schedatura" ma "di un censimento" che tende a tutelare la dignità e la qualità della vita di migliaia di minori che vivono spesso in condizioni fatiscenti nei campi nomadi delle nostre città.

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