Sì al Federalismo: esulta la Lega
Festa con Bossi: 22 anni di lotta

Il Senato ha dato il primo via libera al progetto di Federalismo. Euforia della lega in aula al voto finale. Bossi esulta: vittoria dopo 22 anni di battaglie: nell'87 il primo seggio "lumbard".
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«È una forte emozione. Crediamo che da oggi inizierà la vera strada del cambiamento». Sono parole di giubilo, inevitabilmente gonfie di retorica, quelle che pronunciano i senatori del Carroccio per festeggiare il voto atteso da anni sul federalismo fiscale, cioè su quella che è la ragione sociale del movimento.
E il fatto che il primo voto sia stato al Senato è qualcosa di più che una coincidenza. Perchè Umberto Bossi è stato il primo, e all'epoca unico senatore della Lega Lombarda, che nel 1987 occupò uno scranno a Palazzo Madama. Ventidue anni di battaglie, di alleanze saltate e di governi caduti, di rovesciamenti di fronte. Bossi è entrato in politica quando la Prima Repubblica si avviava verso il suo autunno. Ha fatto in tempo a mettere il bastone fra le ruote nell'elezione del presidente della Repubblica, nel 1992, a confrontarsi con Bettino Craxi, di cui fu insieme avversario fiero ma anche silenzioso ammiratore: entrambi combattenti coriacei. Craxi fu uno dei pochi leader politici che si recò sul prato di Pontida a uno degli incontri tradizionali del Carroccio.
E tutti per il Senatur sono oggi gli elogi dei leghisti.
Parlamentari di nomina recente, pochi sperimentati o vecchi per ricordare il professor Gianfranco Miglio, nume tutelare di Umberto Bossi. Per il padovano Luciano Cagnin «è una soddisfazione immensa dopo tante sofferenze. Oggi finalmente festeggiamo il nostro federalismo fiscale. Ci aspetta un'innovazione che finalmente con Bossi sta arrivando». Sergio Divina, già candidato a presidente della provincia di Trento rileva come « le regioni a statuto speciale sono già ipergarantite, hanno loro statuti, hanno norme attuative, che verranno dopo con membri di nomina locale e ministeriale in rispetto dei loro statuti».
Secondo Fabio Rizzi, senatore varesino, «è una soddisfazione ma non cantiamo vittoria, ancora un passaggio alla Camera poi dovrà tornare al Senato, e dunque il percorso sarà ancora irto di difficoltà».
Rossana Boldi, senatrice del Piemonte, rileva come questi tre giorni siano stati «costruttivi, all'insegna della collaborazione, forse anche perchè l'opposizione ha capito che su un tema così importante era bene camminare d'intesa». A parere di Gianpaolo Vallardi, di Treviso, alla prima esperienza parlamentare, «è una grande fortuna partecipare a questi lavori d'aula che hanno portato questo grande risultato». «È solo un bene - sottolinea invece Sandro Mazzatorta, che è anche sindaco di Chiari in provincia di Brescia - perchè è il principio di compartecipazione alle imposte come sull'Iva. Come sindaco di un paese, Chiari di 19000 abitanti, posso dire che si tratta di una novità assoluta, mai fatta in passato».
Anche Lorenzo Bodega, di Lecco, vicepresidente del gruppo parlamentare sottolinea come in questi primi mesi di legislatura sia stato fatto «tantissimo lavoro, gestito benissimo dal ministro Calderoli che ha seguito passo passo la costruzione della riforma sul federalismo fiscale, anche con la condivisione e la convergenza dell'opposizione». Sulla stessa linea Massimo Garavaglia, convinto che il via libero del Senato «è un primo passo importante. Sappiamo che la Camera farà qualche modifica, ma la sostanza resterà immutata». «È la giornata in assoluto più importante da quando la Lega è in Parlamento - sostiene il senatore Mario Pittoni - e la decisione del Pd di astenersi è un grande risultato per tutti i nostri concittadini. Mai come oggi la realizzazione del nostro sogno è stata tanto vicino».
«Sono passati 25 anni - ricorda il senatore comasco Armando Valli - dal primo proclama di Bossi sul federalismo fiscale.
Oggi inizia il cammino che porterà questo paese a uscire fuori dal tunnel della centralità amministrativa, del debito pubblico tra i più alti nel mondo, della sperequazione tra aree del paese».
La senatrice Angela Maraventano, vicesindaco di Lampedusa è convinta che ora «la gente del Sud da oggi avrà una speranza in più, quella di poter decidere dei propri soldi, di poter investire il proprio lavoro sulla propria terra, di non vedersi scippare la ricchezza che produce da gente di malaffare, amministratori incauti e incapaci, e speculatori».

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