Sacchetti: «La finale? Penso solo a Cento»

Intervista «Servono giocatori forti e un gruppo che stia bene insieme. Alla finale penserò solo dopo una nostra eventuale vittoria...»

Segreti non ce ne sono, probabilmente è necessario un mix di ingredienti per arrivare fino in fondo e alzare la Coppa Italia. Energie concentrate (e da distribuire) su due giorni di gare per chi arriva in finale, due partite consecutive da disputare con tanta pressione addosso.

Nemmeno Meo Sacchetti, il coach della S.Bernardo Cantù “re” di Coppa Italia – ne ha vinte tre in carriera, in serie A, due con Sassari e una con Cremona – ha la formula magica in tasca, nonostante il suo ricchissimo palmarès in materia.

Ma qualche previsione e indicazione su come si affronti una manifestazione unica nel suo genere riesce a darla. La prima sembra scontata, ma è una grandissima verità: «Servono giocatori forti e un gruppo che stia bene insieme: è una caratteristica importante, occorre una squadra che in questo senso si possa esprimere al massimo. Perché l’allenatore conta, ma fino a un certo punto: non si è mai visto un allenatore vincere con una squadra scarsa…».

E, volente o nolente, tornano in ballo le sue vecchie e fortunate esperienze nelle Final Eight di Coppa Italia: «Quando ho vinto, probabilmente c’erano squadre più forti di noi, ma ci siamo battuti con grande determinazione. Credo sia giusto dimostrare di meritarci questa opportunità. E ovviamente io penso solo a Cento, alla finale penserò solo dopo una nostra eventuale vittoria...».

Tre Coppe Italia sono da alcuni anni nella sua personalissima bacheca. Sacchetti ne ha vinte due consecutive, nel 2014 e 2015 con la Dinamo Sassari, l’ultima nel 2019 con Cremona, squadra che in questa Final Four Lnp affronterà in semifinale Torino.

A quale è più affezionato? «La prima conquistata con Sassari è stata speciale, anche perché ha dato vita ad altre due vittorie importanti, ossia lo scudetto e la Supercoppa italiana. Ma ho nel cuore anche quella vinta a Cremona: eravamo poco accreditati, ma allenare quella squadra era un piacere».

Ora per Cantù il primo ostacolo sarà Cento, unica formazione del girone Rosso qualificatasi per la Final Four: «Mina vagante? Direi che è una squadra di livello, che finora ha fatto bene in campionato. Gioca una bella pallacanestro, con alcuni giocatori hanno facilità nel segnare: sta a noi provare a limitarli. Ora dobbiamo verificare le condizioni di Da Ros e Berdini: il capitano sta recuperando, il play invece non ci sarà. E mi fermo qua, perché ogni volta che parlo, poi succede sempre qualcosa… Abbiamo sempre nove giocatori e possiamo affrontare qualsiasi partita».

Previsioni? «Penso soprattutto a noi e solo alla prima partita. Posso solo dire che queste sono partite secche, quindi mai facili, soprattutto per il tasso di intensità. Non esistono favorite, ma noi vogliamo farci trovare pronti e preparati».

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