Spariscono i Co.Co.Pro.
Tremila posti a rischio a Como

Sono circa tremila i collaboratori a progetto che in provincia di Como potrebbero non rientrare più nella classifica delle figure professionali che fino a ieri erano operative. Tra questi anche addetti alla pulizie, baristi, muratori

A cinque anni dall’entrata in vigore della legge Biagi tramonta l’era dei Co.co.pro, i famosi contratti a progetto. Una circolare del ministero del Lavoro (la n. 4/2008) mette nero su bianco i presupposti per l’inquadramento di un lavoratore nella tipologia contrattuale a progetto. Ed elenca una lunga lista di profili professionali esclusi a priori da questa possibilità.
Ventiquattro, tra cui gli addetti alle pulizie, gli autisti e autotrasportatori, badanti e baby-sitter, commessi e agenti di vendita, baristi e camerieri, estetisti e parrucchieri, ma anche facchini, muratori e manutentori.
Regole nuove.
Che sul mercato del lavoro, anche provinciale, potrebbero avere non poche conseguenze. Basta guardare i numeri.
La media di avviamenti di contratti a progetto, stando ai dati 2007 dei centri per l’impiego provinciali, si aggira intorno ai 750-800 a trimestre. Che non equivalgono alle persone effettivamente inquadrate a progetto perché queste potrebbero aver avviato più contratti contemporaneamente e rientrare quindi in una spirale di rinnovi che poi falsifica i dati finali. In media però si potrebbe parlare di almeno 300-400 persone avviate al lavoro con contratti a progetto ogni trimestre. Tra cui ovviamente rientrano i regolari e gli irregolari.
Il primo trimestre 2007 ha sfornato 697 avviamenti in Co.co.pro, pari al 3,9% del totale, il secondo 744 (3,6%), il terzo 820 (5,1%) e l’ultimo invece 935 (4,8%).
Chiara Sirna

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