Spettro delle intercettazioni-choc
Berlusconi rinuncia all'appello-tv

Sale la tensione sulle norme giudiziarie sulle quali il governo preme per arrivare a una approvazione veloce. Ma sul dibattito cade la decisione di Berlusconi di non andare a Matrix a spiegare perchè serve prestissimo una norma per fermare la pubblicazione delle intercettazioni. E a Roma crescono le legende sui contenuti di queste conversazioni

Non è da lui, ma alla fine il premier ha deciso di non adnare più in tv, a matrix, a spiegare la sua verità su intercettazioni e gossip politico attorno a lui e alle sue ministre.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha spiegato in una nota di aver deciso di non andare a Matrix perché sarebbe "inopportuno e non producente" parlare di giustizia e intercettazioni: questo, osserva, "farebbe passare in secondo piano" ciò che sta facendo il governo, cedendo il passo a "gossip negativi che inquinano e ammorbano il dibattito politico".
Il no del cavaliere comunque sta facendo "impazzire" il mondo politico romano e no. Addirittura si parla di possibili rimpasti a breve. E nei palazzi della politica e non solo ormai si parla apertamente di coversazioni hard che finirebbero per coinvolgere lo stesso premier e alcune politiche. Solo fango o qualcos'altro? Nessuno è in grado di dirlo, ma l'opposizione - soprattutto i dipietristi - puntano il dito sulla fretta del presidente del Consiglio di  fare un decreto per vietare la pubblicazione facile di intercettazioni relative a inchieste in corso.
E in attesa che queste famose intercettazioni vengano alla luce, se ci sono e se hanno qualche rilievo che non sia solo quello personale delle persone coinvolte, sale la tensione politica che fa finire in un unico calderone tutti i propvvedimenti legati a temi giudiziari. Anche per questo forse il premier ha scelto di non andare in tv: per non alimentare ancora di più il gossip politico

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