Summit segreto Maroni-Bagnasco
sdogana la linea soft sui rom

Sarebbe stato un faccia  faccia finora tenuto segreto fra il ministro Maroni e il presidente della Cei Bagnasco, a convincere il governo a non usare fino in fondo il pugno di ferro sulla questione nomadi e in particolare sulle impronte per i piccoli rom

Ci sarebbe un incontro segreto dietro il disinnesco e una linea un po' più morbida sul tema dei nomadi e della scehdatura dei piccoli rom. Il faccia a faccia sarebbe stato nientemeno quello fra il ministro degli Interni Roberto Maroni e il presidente della Cei Angelo Bagnasco.  
Circa un mese fa, a metà luglio, il ministro si è viosto con il cardinale nella curia del capoluogo ligure. Sul tappeto la questione immigrazione e le norme (a volte contestate dalla Chiesa stessa) che il governo si accingeva a varare, in particolare quelle che prevedevano la raccolta delle impronte digitali dei minori Rom.
A rivelare il vertice segreto è stato il Secolo XIX, per il quale Maroni è stato a Genova tra l'8 ed il 13 luglio: "Sentendosi 'sotto scacco' il ministro chiese a Bagnasco una faccia a faccia proponendo come sede Roma. Ma dalla Liguria - scrive il quotidiano - insieme ad una dichiarazione di disponibilità, giunse l'esplicita richiesta di organizzare la cosa all'ombra della lanterna nonostante il cardinale sia spesso nella capitale". Da allora, conclude il giornale, ogni decisione finale in materia d'impronte è stata rinviata, mentre il censimento dei campi nomadi si è concretizzato in modo più soft.

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