Tasse non pagate: «Pronti a riscuotere 4,5 milioni di euro»

Cantù Stimata una cifra importate in relazione al mancato o erroneo pagamento di Imu e Tasi. Molteni: «Ora è più facile accertare le irregolarità»

Quasi 4 milioni e mezzo di euro da qui al 2026. Decisamente un bel gruzzolo la cifra – presunta, al momento – che il Comune potrebbe incassare attraverso gli accertamenti legati al mancato o erroneo pagamento di Imu e Tasi.

E non sono pochi i canturini non in regola con le cartelle per quanto riguarda le proprie proprietà immobiliari, dato che sono solo l’anno passato sono stati inviati quasi 2mila atti di accertamento.

Un’attività costante, per questo è stata aperta la procedura per rinnovare l’affidamento dei servizi di supporto all’Ufficio Tributi per le attività di controllo delle rendite catastali, di emissione degli atti di accertamento per i tributi Imu e Tasi, per la compartecipazione all’accertamento erariale tramite l’invio di segnalazioni qualificate all’Agenzia delle Entrate e la verifica delle aree edificabili con utilizzo eventuale di perizia di stima. Si tratta di attività complesse che non si esauriscono nel mero controllo dei versamenti ma richiedono metodologie d’indagine. Tenendo conto, nell’affidare l’appalto, anche del regolamento comunale delle procedure contrattuali per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili. Negli ultimi anni l’incarico è andato alla cooperativa sociale Fraternità e Sistemi Impresa sociale con sede a Ospitaletto, nel Bresciano. Le cifre sono importanti. La stima è stata effettuata attraverso l’attività svolta nel triennio 2020-2022. Per il 2023 si prevede una riscossione, in relazione ai tributi 2020, pari a 848mila euro. Per il 2024, rispetti al 2021, di 1 milione e 640mila euro, per il 2025 di 1 milione 996mila euro. In totale, 4 milioni e 486mila euro.

Nel 2020, nonostante il Covid avesse bloccato tutte le attività o quasi, non si erano interrotte quella in piazza Parini relative alla verifica in materia di Imu e Tasi, che aveva portato a recuperare quasi 223mila euro. Non un cifra banale. E si erano avuti incassi anche ben più corposi quando, una quindicina d’anni fa, si avviarono i minuziosi accertamenti effettuati sull’Ici e la tassa rifiuti, che in pochi anni fruttarono circa 3 milioni 800mila euro. L’obiettivo, creare un database aggiornato, come quello che si è costituito per la tassa rifiuti. Un lavoro che gli uffici comunali non possono sostenere da soli, per questo è stato affidato un incarico di supporto all’attività di accertamento tributario.

«Un lavoro – spiega l’assessora al Bilancio. Il vicesindaco Giuseppe Molteni – oggi agevolato dalle nuove tecnologie. C’è un più semplice accesso alle visure catastali, si possono incrociare i dati. Ormai non si scappa, le irregolarità emergono e vanno sanate. Durante la pandemia questa attività, comprensibilmente, si era alleggerita, per non opprimere i contribuenti in un periodo già molto complesso. Ora si riprende. Siamo tenuti a farlo nell’interesse dell’ente, perché con verifiche puntuali si riesce a portare all’incasso somme significative, ma anche per equità questo verso i cittadini».

Senza accanimento, assicura, «anche quando emergano posizioni da sanare, si viene sempre incontro all’utente, proponendo rateizzazioni se necessario».

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