Una fiammata sopra al comodino
È lo smartphone che brucia nella notte

Studente di vent’anni si sveglia per il rumore e vede il suo Galaxy S4 andare a fuoco

L’ufficio stampa di Samsung: «In Italia è il primo caso, ora controlleremo»

La storia è finita con un telefono fuori uso e una bruciatura al dito. Ma se Alessandro Aquaro non si fosse svegliato nel cuore della notte nel suo appartamento di via dei Castani allertato da una vibrazione sospetta, si sarebbe ritrovato con un principio d’incendio in camera da letto.

A bruciare è stato il suo cellulare Samsung Galaxy S4, un caso di autocombustione con precedenti in Oriente e in altri Stati Europei. A quanto risulta alla casa produttrice, però, fino ad ora episodi simili non si sarebbero mai verificati in Italia.

È accaduto nella notte fra giovedì e venerdì. Aquaro - erbese, 20 anni - stava dormendo quando è stato svegliato dalla vibrazione del suo cellulare in ricarica sul comodino.

Rumorino provvidenziale

«Alle due e mezza ho sentito un rumore proveniente dall’apparecchio - racconta - e avendo il cellulare vicino al letto mi sono svegliato. Ho visto chiaramente una fiamma proveniente dall’estremità del caricabatterie attaccata al telefono». A quel punto, continua, «ho immediatamente preso il telefono, che era incandescente, e l’ho buttato a terra. La fiamma si è spenta, ho anche rimediato una piccola bruciatura al dito».

Tutto sommato, è andata bene. «Il cellulare era appoggiato su un comodino di legno. Se non mi fossi svegliato, se il telefono fosse stato più distante dal letto, il mobile avrebbe preso fuoco». Il telefono - uno degli ultimi modelli prodotti dalla coreana Samsung - era stato acquistato a inizio settembre dal padre di Alessandro, Franco Aquaro, con un contratto legato alla compagnia telefonica Vodafone.

Qualche problema allo smartphone, in ogni caso, si era già manifestato. «Non più tardi di un mese fa - ricorda il ragazzo - avevo notato un piccolo rigonfiamento sulla batteria. Così l’ho sostituita, comprando ovviamente un altro pezzo originale. Pensavo si trattasse di un difetto di quel pezzo specifico, non avrei mai immaginato che il telefono potesse prendere fuoco».

Aquaro chiederà la sostituzione del proprio apparecchio in garanzia. Ma resta la preoccupazione sul fronte della sicurezza: «Parliamo di uno dei telefoni più diffusi - conclude - e moltissime persone, come me, lo ricaricano durante la notte mentre dormono. Tenendolo magari vicino al letto».

Il precedente in Svizzera

L’ufficio stampa di Samsung Italia, in attesa di accertamenti, non si sbilancia. «Ci è stato comunicato quanto è accaduto a Erba. Ma prima di dire qualsiasi cosa - fanno sapere - dobbiamo analizzare il telefono in questione». Un esame necessario per verificare che tutte le componenti - dalla batteria al caricatore - siano effettivamente prodotti originali, come assicura Aquaro. Se casi simili si sono verificati in altri paesi - dall’Irlanda a Hong Kong - in Italia «fino ad ora non ci risultano segnalazioni di episodi analoghi».

Di telefoni incendiati si è parlato molto lo scorso mese di luglio, quando a distanza di pochi giorni cellulari della Samsung - sempre della serie Galaxy - hanno preso fuoco negli Emirati Arabi Uniti, a Hong Kong e in Svizzera: in questo caso, nel cantone di Neuchatel, lo smartphone esplose nella tasca di una ragazza di 18 anni, Fanny Schlatter, causandole ustioni alle gambe; del caso si occuparono i giornali di tutto il mondo. Un’esplosione simile, nel 2012, interessò anche il cellulare di un uomo di Dublino. A Erba, per fortuna, la fiamma è stata spenta prima che potesse causare danni seri. n Luca Meneghel

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