Via dalla fabbrica senza rimpianti
"Meglio lavorare con le api"

E' la scelta di due fratelli, un tempo operari, che hanno trasformato in un lavoro la passione trasmessa loro dal padre: "E' una soddisfazione, c'è l'aria pulita e si sta bene". Nonostante le punture

DREZZO - Dieci o quindici punture al giorno sono incidenti del mestiere. All’inizio provavano anche dolore e fastidio, adesso sono abituati. Fausto e Ivano Pontiggia erano due operai, hanno iniziato a lavorare giovani. Uno a Legnano, l’altro a Guanzate. Le api erano solo un passatempo di famiglia, una passione trasmessa dal padre. Sono diventate un lavoro. Ha iniziato Fausto, 43 anni, Ivano (41 anni) l’ha seguito dopo pochi anni. Sono passati sedici anni dagli inizi. Avevano ereditato 70 alveari ora ne hanno quasi 600. Ogni alveare produce 60-70 chili di miele all’anno anche se questa stagione non è delle migliori. Nessuno dei due sogna più di tornare indietro nonostante le dieci-quindici punture al giorno che scoraggerebbero anche i più determinati. «Ormai non ci facciamo più neanche caso - dice Ivano -. E di certo non torneremmo in fabbrica per questo piccolo effetto collaterale. Fa parte di questo mestiere che, però, non si può certo cambiare con un altro lavoro. Siamo sempre all’aperto, in mezzo alla natura. È una soddisfazione, c’è l’aria pulita, si sta bene».
Anna Savini

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