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Lunedì 12 Marzo 2012
Zafòn in cantastorie
medita il gran finale
Lo scrittore spagnolo racconta il retroscena del suo ultimo libro "Il prigioniero del cielo" in atetsa del quarto ed ultimo volume della serie iniziata da "L'ombra del vento"
Quello che cambia anche nell'industria dell'editoria, è la distribuzione».
Alto e massiccio, baffi e pizzetto neri, ampia stempiatura e occhiali con la montatura color salmone, il quarantottenne spagnolo (ma da tempo vive a Los Angeles), Carlos Ruiz Zafòn, hidalgo della letteratura mondiale, che dei suoi libri tradotti in 45 lingue ha venduto oltre 27 milioni di copie, nella saletta di un lussuoso albergo milanese, racconta Il mestiere di scrittore e i suoi romanzi, e in particolare "Il prigioniero del cielo" (Mondadori, 340 pag., 21 euro) terzo tomo di quella che è stata definita la tetralogia catalana.
Dopo "L'ombra del vento" e "Il gioco dell'angelo", Barcellona è ancora il mitico fondale in cui si incrociano diversi destini e drammi universali e il male ha il volto di un fascismo fatto di torture e avidità sconfinate. Su La Provincia del 13 marzo un'ampia intervista a Zafòn.
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