Esce Grandi & Bollani
La voce e il pianista

Il nuovo disco presentato dai due artisti a Milano e le date del tour teatrale al via

MILANO Il disco "Irene Grandi & Stefano Bollani", presentato a Milano e da ieri nei negozi, è frutto della collaborazione tra un pezzo da novanta del jazz italiano come il pianista Stefano Bollani e una delle regine del pop tricolore come Irene Grandi.
Uno di quei progetti rimasti anni nel cassetto che finalmente vede la luce. L'album darà presto vita anche a una tournée teatrale, al via il 9 novembre da Assisi. Il 16 l'inedito duo toccherà il Creberg Teatro di Bergamo per poi inanellare una serie di esibizioni lungo tutta la Penisola e arrivare al Teatro della Luna di Milano il 18 dicembre.
Racconta Bollani, che con la Grandi, vent'anni fa, condivise una pop rock band chiamata La Forma: «È un disco che esce solo ora ma che, in realtà, preparavamo da tempo. Era una sorta di file aperto in cui finivano un sacco di pezzi che ci piacevano e che ci ritrovavamo a suonare così, per il puro piacere di farlo. Al momento di registrare, poi, son finite dentro altre cose e la scaletta si è fatta da sé. Quello che sentite in quasi tutti i casi è ciò che è venuto naturalmente, buona la prima, con pochissimi interventi in fase di produzione».
Un momento di svolta, invece, per la cantante fiorentina, che si è riscoperta interprete pura per calarsi in suggestioni che aveva dimenticato, stritolata dai rigidi e vorticosi meccanismi promozionali dell'industria del pop.
Sottolinea la Grandi: «È stato stupefacente come tutto sia venuto in maniera così naturale. È un disco di sfumature. Ho riscoperto parti di me che ormai nel pop avevo sopito, mi è sembrato di tornare alle origini, quando cantavo il blues, mi ero dimenticata quanti registri può avere la mia voce».
I due artisti, visti in un recente showcase milanese, trasmettono una magica alchimia suonando insieme e si sono ritagliati addosso un repertorio perfetto, tra le note passioni brasiliane di Bollani ("Roda viva" e  la struggente "Olhos nos olhos" di Chico Buarque con finale tradotto in italiano, "Medo de amar" di De Moraes e la versione  di Bardotti, "La gente e me" di "Chuva, suor e cerveja" di Veloso) e le suggestioni dal mondo rock della Grandi, come l'intima versione di "No surprises" dei Radiohead.
Fabio Borghetti

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