Asti e Nizza Monferrato
Nella patria della Barbera

Viaggo alla scoperta della Barbera d'Asti e, in particolare, della sottozona Nizza: probabilmente una delle massime espressioni di questo vitigno. Vini rudi e grezzi? Macché. Provare per credere.

Se pensate che la Barbera (perché in Piemonte, tipicamente, si dice al femminile) sia un vino rude, un po' "grezzo" e decisamente poco elegante, vi sbagliate di grosso. E in un tal senso è arrivato il tempo di ricredersi. Basta fare un giro nell'Astigiano, meglio ancora se nella zona di Nizza Monferrato, per capire come ci siano prodotti che meritano davvero di essere provati.
Stiamo parlando della Barbera d'Asti che viene prodotta in vari comuni delle province di Asti e di Alessandria. Si tratta di vini che trasformano la tipica acidità del vitigno in un elemento complementare di un vino che, con le uve coltivate nella migliore maniera, diventa molto complesso e abbastanza longevo. Senza dimenticare che, grazie alla bravura dei produttori e a una crescita della cura delle vigne, questi prodotti diventano molto più eleganti.
Eleganza che troviamo ancora di più nella sottozona Nizza che, come dice la parola stessa, gravita attorno al comune di Nizza Monferrato. Ma non basta avere le vigne in uno dei 18 comuni della zona per fare questa tipologia di vino, ma si ha un disciplinare più rigido e severo proprio per aumentare la qualità dei prodotti.
Cosa avviene? Semplicemente si hanno vini più ricchi e complessi, ma anche con una finezza superiore al naso, dato anche da un maggiore affinamento in botte e in bottiglia. Senza contare che ne guadagna anche la longevità: sono vini buoni da subito, ma che mantengono una notevole quantità di tannini che permettono un affinamento ancora di parecchi anni. Non come il Barolo, certo. Ma non si vuole nemmeno fare un vino così tanto da invecchiamento.
Tanti i produttori che lavorano con passione nella zona, realizzando bottiglie davvero eccelse, tutte di Barbera d'Asti - Nizza Doc. Una delle più interessanti aziende è la Michele Chiarlo di Calamandrana, con il La Court 2005 (pluripremiato) e un positivissimo La Court 2006. Da un'azienda grande, a una piccola realtà: Antonia Gazzi con il suo Praiot 2006. Vino realizzato con uve provenienti da un vigneto con pendenze notevolissime e con ceppi antichi. Poche le bottiglie realizzate, per una piccola chicca da scoprire. Azienda in crescita è anche La Corte-Cusmano: crescita che si nota nell'Archincà 2006, vino molto fine e complesso. E infine il Canto di Luna di Guido Berta, annata 2005: vino che stupisce per freschezza, per profumi intensi e complessi, per un'ottima bevibilità ma anche per un notevole potenziale di invecchiamento.

Raffaele Foglia

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