3Bee, volano i ricavi
per gli alveari smart
Accordo con Carrefour

Nel primo semestre la startup di Fino Mornasco è cresciuta del 375% e ora lancia una nuova sfida. Accordo con il gruppo della grande distribuzione: i consumatori possono adottare un’arnia, monitorarla da remoto e avere a casa il miele

3Bee, la startup con sede a Fino Mornasco, nata da un’idea dei giovani imprenditori Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti, sta rivoluzionando l’attività di molti apicoltori italiani. L’impresa continua a crescere, con ricavi aumentati del 375% nel primo semestre dell’anno precedente rispetto allo stesso periodo del 2019, nonostante l’emergenza sanitaria. La startup, infatti, sta iniziando a vendere all’estero ed ha cominciato prima con il miele italiano ed ora con i propri sistemi di sensoristica per l’apicoltura.

A settembre, inoltre, si vedranno i primi frutti di un accordo già presente tra l’azienda e Carrefour Italia per la valorizzazione della biodiversità all’interno del settore dell’apicoltura. Infatti, come spiega Calandri, «negli store Carrefour proporremo il miele proveniente da tutte le regioni d’Italia e, inoltre, saremo presenti con l’iniziativa dell’adozione di un alveare».

Il monitoraggio

I buoni risultati ottenuti dall’impresa di Fino sono stati possibili grazie al lancio di HiveTech, un “alveare 3.0” costituito da una rete di sensori IoT che, posizionati all’interno dell’alveare, monitorano il benessere delle api permettendo agli apicoltori di ridurre i trattamenti, diminuire le visite nell’apiario e abbassare le emissioni di CO2, migliorando, quindi, la qualità di vita delle api.

Come dice ancora Calandri, l’importanza di questa tecnologia è emersa proprio nel corso del lockdown, perché «il nostro sistema di monitoraggio e diagnostica da remoto ha inaugurato un nuovo modo di praticare il mestiere dell’apicoltore».

3Bee ha anche offerto agli apicoltori che hanno installato HiveTech la possibilità di vendere il proprio miele attraverso il proprio canale e-commerce ed ha organizzato la prima fiera digitale dedicata al settore apistico, con la partecipazione di 350 apicoltori da tutta Italia.

L’attenzione dell’azienda è rivolta sia alla creazione di un rapporto di fiducia con gli apicoltori, sia alla nascita di una nuova consapevolezza nel consumatore, attento all’autenticità dei prodotti ed alla trasparenza della filiera.

Peraltro, dice ancora l’imprenditore, «se prima del Covid ci sceglievano soprattutto giovani tra i 18 e 35 anni, ora l’interesse si è esteso agli over 35 fino ad arrivare a fasce di età più alte, come i sessantenni».

Per far conoscere le cinquanta varietà di miele che sono prodotte nel nostro paese, sempre a settembre partirà anche il progetto “Pollinate the Planet” per i consumatori esteri: Calandri spiega che sarà così possibile in Europa adottare un alveare e sostenere il lavoro degli apicoltori italiani.

L’imprenditore ricorda come un recente studio sullo stato di salute delle api e degli insetti impollinatori, condotto dai ricercatori della Radboud University e della Entomological Society Krefeld, ha evidenziato come questi siano diminuiti del 75% in 27 anni. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ipbes, organismo dell’Onu sulla biodiversità, in tempi brevi scompariranno dalla terra e dagli oceani un milione di specie animali e vegetali tra cui le api.

Il valore biodiversità

«Per evitare tutto questo e promuovere la biodiversità – continua Calandri - abbiamo lanciato un progetto che consente ad un privato o ad un’azienda di scegliere un alverare che un apicoltore seguirà per chi lo ha adottato; naturalmente il cliente può, attraverso la app, seguire costantemente l’andamento dell’alveare, valutare i parametri ed anche incidere sulle scelte da adottare: alla fine si vedrà recapitare a casa i vasetti con il miele prodotto dall’alveare adottato. Con questo progetto – aggiunge - vogliamo tutelare e promuovere l’apicoltura; inoltre intendiamo raccontare e far conoscere le forme di apicoltura sostenibile sempre più diffuse che permettono di ridurre lo stress delle api e di eliminare trattamenti nocivi». E l’intesa con Carrefour servirà proprio per perseguire questi due obiettivi.

3Bee lavora anche con imprese che intendono fare scelte legate all’etica ambientale ed utilizzare il progetto di adozione dell’alveare all’interno del rapporto con i propri dipendenti.

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