Educazione alla cittadinanza
Una materia nuova da studiare

Il ministro Giannini ha introdotto nuove cose da imparare

La prof.: «Per capire come rispettarsi e a rispettare le cose di tutti»

La scuola si rinnova. Il nostro capo del governo, che si chiama Matteo Renzi, domenica ha fatto una festa per il suo primo anno di governo.

Durante la festa il ministro Stefania Giannini ha detto con Renzi ciò che farà per migliorare la scuola e ha promesso che da settembre ci sarà una nuova materia da studiare: l’educazione alla cittadinanza. Cosa sarà? Visto che bene, bene non si sa ancora, “La Provincia G” lo ha chiesto alla prof. Sandra Chistolini, che insegna all’università di Roma ed è esperta proprio di questa nuova materia., che aiuterà tutti a rispettarsi e a evitare che non succedano più cose come quelle di questi giorni: la fontana in piazza di Spagna a Roma rotta dai tifosi olandesi-vandali arrivati, ubriachi, per la partita Roma-Feyenoord, ma anche i tanti profughi che muoiono in mare e per i quali chi li porta non ha rispetto o gli attentati a Parigi.

Professoressa, perché una nuova materia a scuola? Di cosa si tratterà, non ce ne è già una simile?

«Sì, c’è sempre stata e si chiamava educazione civica, nel 2008 il ministro Gelmini disse che si sarebbe chiamata educazione alla cittadinanza. Bisognava insegnare la nostra Costituzione dalla scuola materna alla secondaria. Però non si era proprio obbligati a studiarla, dipendeva dalla sensibilità degli insegnanti; tanti erano molto attenti e l’hanno sempre insegnata bene, ma non tutti».

Allora dal prossimo settembre cosa cambierà?

«Cambierà che ci sarà una materia non messa insieme a storia, ma con una casellina e una valutazione sua e non si potrà più non studiarla. Anche ai piccoli si spiegherà che ci sono religioni e culture diverse e che ci si deve comportare bene. Così magari in futuro non ci sarà più chi rompe la fontana a Roma, perché tutti sapranno che è preziosissima e va difesa. Bisognerà studiare per capire che le cose proprie e degli altri vanno rispettate, come il Duomo di Milano o le montagne della Lombardia, come i nostri modi di vivere e pensare, che sono diversi».

Per lei, quali sono le tre cose più importanti da insegnare e studiare nella nuova materia?

«La prima, il senso della comunità, il sentirsi parte di un gruppo che non è solo la propria famiglia; si deve insegnare a non fare male al posto e alle persone in cui si vive; la seconda, il saper capire se chi mi sta vicino ha bisogno di qualcosa e soffre e se io, anche solo con una parola, lo offendo e non devo farlo più. Gli attentati a Parigi ci fanno capire che questa sensibilità è mancata; la terza, la conoscenza dell’altro, del suo modo di vivere che è diverso dal mio per quello che mangia, per come festeggia, per il significato che dà ai colori. Solo così possiamo vivere tutti meglio».n

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