Giustizia italiana
Ecco perché
non funziona

Cara Provincia,

le ultime dichiarazioni di Nordio, ministro della giustizia, sono un macigno su tutto l’apparato giudiziario e politico del nostro paese. Uno: “I giudici non possono criticare le leggi. Lapidario. Il sistema politico italiano è organizzato secondo il principio della separazione dei poteri: legislativo, spetta al Parlamento, esecutivo, spetta al governo, alla magistratura quello giudiziario. Questo lo dice la Costituzione.

E allora? Possibile da anni i tre poteri si accavallano, si fanno la guerra rendendo difficile la vita sociale e politica degli italiani? Facciamola finita una volta per tutte. Il punto più alto di questa disputa è stato con Silvio Berlusconi, la guerra tra i giudici ed i governi Berlusconi è emblematica di come sia stato sprecato tempo e denaro di noi italiani inutilmente, per questioni che con il governo di una nazione non c’entrano assolutamente nulla. Anzi, hanno bloccato l’Italia per trent’anni.

Possiamo dire che i giudici, quelli di “Mani pulite” hanno chiuso un lungo periodo politico italiano, quello che è iniziato dal dopo guerra ed arrivato fino agli inizi degli anni novanta? Hanno dichiarato la fine di quella che poi è stata chiamata la “Prima Repubblica”.

Due. Ancora Nordio durante la presentazione della riforma della giustizia sul problema dei tre poteri che non ne rispettano l’indipendenza, sintetizzo: “I giudici non possono criticare le leggi ma i politici non possono criticare le sentenze. Si ascolta tutti ma è il governo che propone e il parlamento che dispone, questa è la democrazia”. In Italia non funziona così. I giudici vorrebbero fare le leggi a loro uso e consumo, il parlamento governare e l’esecutivo scrivere le sentenze. O forse tutti poter fare tutte e tre le cose, assieme. Quanti sono i magistrati che sono passati dal potere giudiziario alla politica e magari ritorno? Tantissimi e non tutti con una carriera integerrima alle spalle.

Tre. Il guardasigilli ha chiuso il suo intervento con una “bacchettata” a tutto il potere legislativo, ovvero ai politici: Un imprenditore onesto con queste leggi non può pagare tutte le tasse, c’è sempre qualche cavillo nascosto. Più una Repubblica è corrotta e più sforna leggi e più sforna leggi più si corrompe.

Dopo queste dichiarazioni c’è poco da stare allegri. Il ministro ci ha detto che in Italia la prima cosa da fare è una grossissima semplificazione, tagliare leggi, decreti e provvedimenti che rendono attualmente impraticabile l’esercizio della giustizia. Cancellare, smagrire i codici, altrimenti ci sono personaggi senza scrupoli che scovano sempre un cavillo, una postilla per avallare e rendere legale una illegalità. Quando si parla di lungaggini della giustizia si parla anche di questo.

Qualche esempio: la strage ferroviaria di Viareggio che è avvenuta tredici anni fa, il processo è ancora in corso. La strage alla stazione di Bologna, dopo quarant’anni è stato riaperto il processo. Con la quantità di leggi che abbiamo, magari con qualcuna che smentisce un’altra e la bravura degli avvocati sta nello scoprire questo, si può cambiare e ricambiare le sentenze più volte.

Un processo in Italia può avere sentenze diametralmente opposte a seconda dei gradi di giudizio, questo lo permette l’ordinamento giuridico voluto dal potere legislativo. In nessun altro paese si arriva alla prescrizione di un reato così facilmente come nel nostro.

Come sarà questa riforma della giustizia voluta dal governo Meloni? Si aggiungeranno altre leggi a quelle già presenti, rendendo i codici sempre più pesanti? Il tutto per la gioia delle case editrici del settore e, in prima battuta, degli avvocati. Prendiamo la dichiarazione dei redditi, di grande attualità in questo periodo, ogni anno si aggiunge qualche adempimento in più, senza toglierne alcuno. Così che ogni anno che passa ne diventa sempre difficile la loro compilazione.

Gianfranco Longhi

I tavolini
in centro

Mi corre l’obbligo, dover rendere edotto il Sig.Amedeo Lazzerini, in merito alla sorveglianza dell’esposizione dei tavolini in centro città e, il mancato controllo degli organi competenti.

La informo che detto compito, anni addietro, era svolto dal Nucleo dei Vigili Tributari del Comune e, da tale data il servizio, dopo 50 anni di esistenza, così come per gli altri tributi comunali, è cessato per trasferimento inspiegabile, degli stessi e, MAI sostituiti.

Gentile Signore, purtroppo, questa è l’evidenza dei fatti.

Cordiali saluti.

Pino Lombardo

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