«Incentivi auto
Numeri molto positivi,
ma vi spiego cosa non va»

Andrea Cappellini,direttore di Comotors Seat di Como analizza le ricadute del provvedimento. «Per programmare bene serve un quadro di certezze»

«L’impatto degli incentivi in un momento di mercato particolarmente difficile è stato certamente positivo, ma andrebbe inserito in un piano organico per il settore». Ne è convinto Andrea Cappellini, direttore della Comotors, concessionaria Seat con sede a Como ed Erba. «Se guardiamo ai numeri dei primi giorni di agosto – spiega – dobbiamo dire che gli incentivi hanno funzionato, dando una scossa ad un mercato che era stagnante e molto lontano dai dati del 2019».

Tuttavia Cappellini evidenzia anche i limiti di questa politica: «Credo che ci siano due problematiche molto evidenti, una a monte e l’altra a valle. La prima – afferma – è il peccato originale di questo provvedimento, ossia la scelta di incentivare una fascia di mercato medio bassa: la misura ha quindi funzionato soprattutto con la rottamazione dei veicoli, generalmente vecchi e non cambiati in precedenza proprio per motivi economici. In questo modo è stato certamente ottenuto un risultato in un segmento di mercato, ma un’altra parte importante è rimasta fuori: per questo ritengo che sarebbe stato necessario ed importante un piano strutturale ad ampio respiro per tutto il settore dell’auto».

Per quanto riguarda invece il problema “a valle”, il manager Seat di Como punta il dito contro l’esiguità delle somme che sono state messe a disposizione: «In altri paesi sono stati effettuati interventi molto più pesanti. È vero che il governo ha annunciato il rifinanziamento – prosegue – che è già stato attuato, ma si vive sempre in una situazione di incertezza che impedisce una programmazione efficace: l’incentivo infatti ha senso se si somma alle campagne delle case che hanno solitamente una scadenza mensile; in assenza di chiarezza, non si possono fare programmi».

Di conseguenza, secondo Cappellini, degli incentivi hanno finora beneficiato soprattutto le case automobilistiche che coprono la fascia più bassa del mercato. «Riteniamo importante – dice ancora il manager – che sia definito un piano strategico strutturale per tutto il settore, eventualmente insieme all’Unione europea che è fondamentale per la tenuta del nostro paese; dobbiamo evitare interventi spot e definire un quadro organico entro cui muoversi ed investire».

Per quando riguarda i modelli che possono usufruire degli incentivi, nei limiti previsti rientra la Seat Ibiza con tutte le motorizzazioni proposte a listino, partendo dal 1.0 MPI 80CV, il 1.0 Eco TSI 95 cv e 115 cv (disponibile con cambio manuale 6 rapporti o DSG 7 rapporti), per passare dal Diesel Tdi 1.6 da 95 cv fino ad arrivare al propulsore 1.0 Tgi 90 CV. Ad accedere agli incentivi, sono tutte le versioni di allestimento: Reference, Style, Business e i top di gamma Xcellence ed FR, quest’ultimo quando non abbinato al propulsore 1.0 Eco TSI 115 cv DSG.

Per quando riguarda suv e crossover, il segmento più apprezzato dal mercato, la Seat Arona può accedere agli ecoincentivi statali con il propulsore TSI a benzina 1.0 Eco TSI 115 cv (a condizione che la vettura monti cerchi da 16” o 17”), con il 1.6 TDI 95 cv, con cambio manuale 6 rapporti e DSG 7 rapporti e con il propulsore TGI a metano 1.0 TGI 90 cv.

Anche la nuova Seat Leon accede agli ecoincentivi statali con le tipologie di propulsioni già disponibili in commercio. A listino sono presenti i benzina 1.0 TSI da 90 e 110 cv e il 1.5 TSI da 130 cv Style e Business, il Diesel 2.0 TDI, da 115 o 150 cv DSG e il nuovo mild hybrid 1.5 eTSI da 150 cv con cambio DSG.

La versione familiare della nuova Leon rientra negli incentivi statali con le versioni benzina TSI da 90 cv e il più potente 1.5 TSI nella variante da 130 CV in allestimento Style o Business e con il propulsore Diesel 2.0 TDI da 150 cv e l’automatico DSG.

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