Influenza A e lo squalene
Ministero: vaccino sicuro

Tra i motivi che bloccano moltissime persone dal farsi vaccinare, vi sono  i dubbi sui possibili effetti di un adiuvante, lo squalene. Ma il ministero produce studi che dovrebbero provare l'innocuità della sostanza

Il vaccino contro la nuova influenza è sicuro. A precisarlo è Franco Cuccurullo, presidente del Consiglio superiore di sanità, che così risponde al Codacons che ha annunciato una diffida al ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali sulla presenza di un adiuvante a base di squalene nel vaccino pandemico, chiedendo che ne sia garantita la sicurezza.

Il dubbio squalene

Lo squalene, "un termine apparentemente inquietante per definire un precursore del colesterolo", precisa Cuccurullo, in realtà è "una sostanza naturale ben conosciuta, prodotta da tutti gli organismi superiori, inclusi gli esseri umani. Lo squalene viene utilizzato come adiuvante nei vaccini, per migliorare la risposta anticorpale". MF59, uno degli adiuvanti maggiormente utilizzati, è un'emulsione di olio (squalene) in acqua. In particolare, l'adiuvante MF59 contiene: squalene 9.75 mg, polisorbato 80 1.175 mg, sorbitan trioleato 1.175 mg .
L'impiego di vaccino adiuvato con MF59 per l'influenza stagionale è stato licenziato dall'Unione Europea sin dal 1997 e, da allora, ne sono state distribuite circa 45 milioni di dosi.
"La solidità dei dati sulla sicurezza e l'efficacia di MF59 è confermata da ampi studi di farmacovigilanza, effettuati nell'arco temporale tra il 1997 e il 2006, periodo durante il quale oltre 27 milioni di individui hanno ricevuto vaccinazioni anti-influenzali stagionali con formulazioni vaccinali che contenevano tale adiuvante", prosegue Cuccurullo.
Numerosi studi epidemiologici nonché rilevazioni post-marketing del sistema di Farmacovigilanza italiano che fa capo all'Aifa, aggiunge Cuccurullo, non hanno evidenziato differenze significative per quanto riguarda le reazioni avverse fra i vaccini antinfluenzali stagionali adiuvati con MF59 e quelli non adiuvati.

Lo squalene e la sindrome della Guerra del Golfo

Uno studio del 2000 mise in correlazione la presenza di anticorpi anti squalene nel sangue con l'insorgenza della "sindrome della guerra del Golfo" nei veterani della guerra: il 95% dei militari che mostravano i sintomi della sindrome presentava gli anticorpi, non rilevabili negli individui del campione che non presentavano i sintomi.
Due autori dello studio e un terzo ricercatore pubblicarono un'altra analisi nel 2002; in questo studio misero in correlazione la presenza degli anticorpi antisqualene nei soggetti affetti dalla sindrome del Golfo con la somministrazione di squalene contenuto in alcuni lotti di vaccino anti antrace. Studi successivi evidenziarono diverse carenze tecniche nel metodo di analisi dei dati adottato nello studio. Fu, inoltre, appurato che i vaccini contro l'antrace somministrati ai militari in questione non contenevano squalene.
Uno studio condotto nel 2009 non ha rilevato correlazione tra gli anticorpi anti-squalene e l'insorgenza della sindrome del Golfo (Phillips et al., Vaccine 27 (2009) 3921-3926). Per quanto riguarda gli effetti dello squalene sul sistema immunitario, i dati attualmente disponibili suggeriscono che MF59 migliora la secrezione anticorpale nei confronti di svariati antigeni batterici e virali (compresi gli antigeni influenzali).
"Rassicurazioni sulla innocuità e la tollerabilità del vaccino contenente MF59 derivano anche dalla ormai nota mancata produzione di anticorpi contro lo squalene", continua il presidente del Consiglio superiore di sanità. Anticorpi anti-squalene sono, infatti, normalmente presenti a basso titolo nel siero di soggetti sani; l'immunizzazione con vaccini contenenti MF59 non induce cambiamenti significativi nei livelli sierici di tali anticorpi. Peraltro, non si sono rilevate significative differenze nel titolo di anticorpi antisqualene tra individui che avevano ricevuto vaccino adiuvato con MF59 e quelli che avevano ricevuto vaccino non adiuvato.

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