Sanità lombarda
in un volume

Un quadro complessivo del panorama sanitario nazionale, con un occhio di riguardo per quello più specificamente lombardo. Questo il tema dell’incontro organizzato per martedì 22 dicembre alle 17,30 nella sala Mosaico dell’ex Borsa Merci di Bergamo, in via Petrarca: i lavori saranno aperti da Pietro Macconi, presidente III Commissione Sanità e assistenza, da Francesco Galli, presidente A.I.O.P. (Associazione italiana ospedalità privata) Bergamo, e da Carlo Saffioti, della III Commissione Sanità e assistenza, mentre la successiva discussione vedrà la partecipazione di Roberto Testa, direttore generale Asl di Bergamo, e Ettore Ongis, direttore de “L’Eco di Bergamo”. Concluderà Marcello Raimondi, sottosegretario del presidente della Regione Lombardia.

L’occasione è quella della presentazione del volume “La sanità della Lombardia” di Gabriele Pelissero, presidente di A.I.O.P. Lombardia, e del 7° rapporto sull’attività ospedaliera in Italia e Lombardia: i testi sono stati illustrati, tra l’altro, a Milano la scorsa settimana alla presenza del Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

Molte e rilevanti le novità del panorama sanitario, sia a livello regionale che nazionale. Due in particolare le novità per quest’ultimo ambito: l’avvicinamento della regione Puglia al modello lombardo e, in un contesto di progressiva riduzione della mobilità a livello nazionale, l’Emilia Romagna ha incrementato l’attività complessiva rivolta ai pazienti extraregionali dell’11%. Per quanto riguarda la Lombardia, la regione resta la capofila tra quelle con una rete di ospedali di diritto privato ad alta complessità e ad alto impatto sull’attività ospedaliera complessiva.

Nel confronto tra le regioni italiane la Lombardia mantiene ormai da 8 anni la posizione migliore, con il più elevato indice di attrattività e il miglior saldo tra ricoveri in entrata e in uscita: un successo a cui reca un contributo essenziale la componente degli ospedali di diritto privato. I dati del VII rapporto confermano sostanzialmente la stabilità del sistema lombardo, con il consolidato mix pubblico – privato, sia come numero di posti letto (65% per gli ospedali pubblici e 35% per i privati), sia come numeri di attività (71% ricoveri per ospedali pubblici, 29% ricoveri ospedali privati).

Nel 2008 si è ridotto il numero di ricoveri complessivo: si tratta di un fenomeno che ha avuto nell’ultimo anno una accelerazione per il duplice effetto della sempre crescente appropriatezza unita più di recente a qualche conseguenza indiretta della crisi economica mondiale. Di conseguenza, come accennato, si è ridotta l’attrattività dei pazienti extraregionali, complessivamente di circa il 9% se si considerano tutti i ricoveri, in degenza ordinaria e in day hospital. È però aumentata l’attrattività per i soli ricoveri in degenza ordinaria, che rappresentano la componente di attività ospedaliera più complessa e ovviamente a minor rischio di inappropriatezza. In questo caso, infatti, non si rileva alcune diminuzione di attrattività rispetto all’anno precedente, dato che conferma come nel caso di patologie ad alta complessità la Lombardia mantenga inalterata la propria leadership fra i sistemi sanitari regionali.

La capacità attrattiva della rete di ospedali lombardi di diritto privato resta altissima, con più del 50% di tutti i pazienti di altre regioni ricoverati in Lombardia. Per la prima volta quest’anno il Rapporto Annuale tenta un confronto complessivo fra i sistemi sanitari delle Regioni italiane. Un problema di scottante attualità, anche nella prospettiva imminente del federalismo sanitario. Nella classifica elaborata dal prof. Pelissero, che misura 5 grandi variabili sanitarie ed economiche, la migliore posizione spetta alla Lombardia, seguita da Emilia Romagna, Toscana e Veneto.

Gabriele Pelissero, infine, con il volume che presenta, discutendo l’originalità e i fattori di successo del sistema lombardo, lancia una domanda: in che modo questo sistema può essere di utilità per le altre regioni, soprattutto nella prospettiva ormai imminente del federalismo sanitario e della ripresa del cammino delle riforme sanitarie?

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