Maculopatia: niente rimborsi
se non si è ciechi totali

Denuncia di una situazione grave e avvio a una campagna per cambiare la politica del servizio sanitario nazionale sulla maculopatia, malattiadegenerativa senile. La lancia la Società Oftalmologica per consentire i rimborsi ha chi ha ancora il 20% di vista e per entrambi gli occhi, cosa che ora non avviene

Le persone colpite da degenerazione maculare senile (Amd) che hanno un residuo visivo inferiore al 20%, in Italia devono pagarsi le cure, perchè le spese non sono riconosciute dal Servizio sanitario nazionale. In ogni caso, il rimborso avviene solo per uno degli occhi colpiti, anche se la degenerazione è bilaterale.

La denuncia è di Matteo Piovella, Presidente della Societa Oftalmologica Italiana (Soi). La maculopatia - spiega Piovella - è una malattia degenerativa della retina che in Italia interessa due milioni e mezzo di persone. Si tratta soprattutto di anziani, che perdono progressivamente la vista, fino alla cecità. "Negli altri Paesi europei - precisa il Presidente Soi - non esistono limiti visivi per avere il rimborso, ma solo limiti al numero di iniezioni, perchè se non si ottiene un effetto dopo 12 iniezioni, la terapia si considera inefficace. In Italia invece chi ha maggiormente bisogno di cure, perche ha già perso l'80% della vista, deve pagarsele di tasca propria, perchè il servizio sanitario non lo fa".

 "Se poi per sventura la malattia colpisce anche il secondo occhio - continua Piovella - la spesa delle cure necessarie non viene rimborsata, ma resta a totale carico del paziente. Una vera porcheria".
La Soi ha dunque attivato due campagne per mobilitare l' opinione pubblica e le istituzioni, dall'Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) al Presidente della Repubblica, affinchè questi criteri e limiti vengano rivisti al più presto. La prima si intitola "Io ho meno di 2/10: cura anche me", la seconda è "Io ho due occhi: curali entrambi".

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