Crisi epilettiche dei bimbi
Ecco come affrontarle

Si tratta di una patologia che può lasciare conseguenze importanti. Ora arriva un trattamento che si può applicare anche a scuola e in ogni comunità

I bambini, in particolare durante i primi mesi di vita, sono ad alto rischio di crisi epilettiche perchè il cervello in fase di sviluppo è più predisposto rispetto al cervello maturo. Con una prevalenza di 5 soggetti su mille nella popolazione pediatrica in Europa, l’epilessia si conferma infatti la patologia neurologica più comune nell’infanzia e in Italia si stima ci siano circa 50.000 bambini e adolescenti affetti da epilessia.

«Le crisi epilettiche sono effettivamente un disturbo molto frequente nell’infanzia, in particolare nei primi due anni di vita e in età scolare, tra 6 e 12 anni. Molte forme di origine genetica cessano spontaneamente con la crescita, mentre le epilessie secondarie ad altre patologie e traumi del sistema nervoso hanno un decorso meno prevedibile. - spiega Bernardo Dalla Bernardina, Direttore U.O.C. di Neuropsichiatria Infantile, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona - Policlinico G. B. Rossi - Se dura meno di 5 minuti, una crisi convulsiva si risolve spontaneamente senza lasciare conseguenze, ma oltre i 5 minuti aumenta notevolmente il rischio che non si arresti da sola e che, prolungandosi per parecchio tempo, comporti danni irreversibili a carico del cervello».

Le crisi convulsive prolungate, così definite quando durano più di 5 minuti, possono compromettere lo sviluppo cognitivo e sociale del bambino e sono responsabili di un’elevata morbilità e mortalità. Per questo motivo sono considerate un’emergenza medica che richiede la somministrazione immediata di un’adeguata terapia.

Se non trattate, possono infatti evolvere nel cosiddetto “stato epilettico” e diventano particolarmente difficili da gestire.

Quando le crisi sopraggiungono a scuola o in comunità, insegnanti, educatori e caregiver devono essere in grado di prestare immediata assistenza ai piccoli pazienti.

In caso di crisi prolungata è fondamentale agire con prontezza.

A casa o in comunità l’unico trattamento finora autorizzato era un farmaco per uso rettale. In un luogo pubblico come la scuola, ciò rappresentava un’innegabile fonte d’imbarazzo sia per il paziente sia per il caregiver. - precisa Emilio Perucca, Presidente International League against Epilepsy - Con la recente approvazione di midazolam soluzione per mucosa orale si è resa disponibile una nuova alternativa, più semplice e più accettabile dal punto di vista sociale”.

Midazolam soluzione per mucosa orale è disponibile in siringhe preriempite senza ago, con dose specifica per fascia d’età, pronte all’uso per la somministrazione nello spazio fra guancia e gengiva. “La principale novità di questa opzione terapeutica è la via di somministrazione oromucosale. Ciò permette di somministrare il trattamento per bocca anche ai pazienti che, in preda alle convulsioni, non sono in grado di deglutire; il farmaco è stato infatti sviluppato per essere assorbito dalla mucosa che si trova tra la guancia e la gengiva”, spiega Federico Vigevano, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA