«Per prima cosa – spiega Ferrari – il rilevamento va effettuato la mattina, appena alzati e dopo essere rimasti a sedere per qualche minuto». La frequenza cardiaca, cioè numero di battiti in un determinato periodo di tempo, va misurata esercitando con due dita (indice e medio) una leggera pressione al centro del polso.
Per capire esattamente in quale punto basta seguire la linea del pollice. Si possono contare i battiti in un minuto oppure limitarsi a 15 secondi per poi moltiplicare il numero per 4. Per capire se tutto è sotto controllo è bene annotare i risultati e ripetere il controllo frequentemente (ogni giorno o almeno 2/3 volte alla settimana). Un’altra possibilità è effettuare la rilevazione tastando la carotide, la grossa vena che scorre lungo il collo.
«La media a riposo in una persona sana dovrebbe essere intorno ai 60 battiti al minuto. Se il valore supera i 70 il cuore può soffrire ed è bene correre ai ripari: correre in senso letterale, perché l’esercizio fisico è il modo migliore per abbassare la frequenza – aggiunge il professore –. L’esercizio fisico leggero ma costante nel tempo, abbassa i battiti cardiaci nell’arco della giornata».
Dove questo non sia sufficiente è bene consultare un cardiologo che oggi ha a disposizione un arma in più: l’ivabradina. Un farmaco selettivo, creato appositamente per ridurre la frequenza cardiaca, praticamente privo di effetti collaterali, efficace a qualunque età e che si può usare anche in associazione ad altre medicine per il cuore. (Ap)
(01/09/2009)
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