
Sport
Martedì 07 Settembre 2010
Challenger di Como,
un successo di pubblico
Ma secondo il direttore del torneo, Paolo Carobbio, non è necessario costruire una terza tribuna come chiesto da qualcuno
Merito della “fame” di tennis o del livello oggettivamente più alto rispetto alle passate edizioni? «La fame c'è, è indubbio - risponde lo chef, pardon direttore del torneo, Paolo Carobbio -, il torneo è poi consolidato e in più la presenza di Muster, che già il giorno precedente l'inizio delle qualificazioni è giunto a Como, ha attirato tanta gente. Finito l'effetto Muster, si è partiti col tabellone principale, ricco di nomi come Haase, Volandri e compagnia bella… Per tutta la durata del torneo c'è sempre stato un motivo di attrazione e questo, secondo me, si è rivelata la carta vincente».
Un paio d'anni fa si ipotizzava, per accogliere più pubblico, di allestire una terza tribuna… «Io personalmente sono dell'idea che le due tribune siano adeguate. Ho visto tornei in cui si è provveduto all'allargamento delle stesse e poi - per un calo di spettatori -, sono rimaste desolatamente semivuote. E non è un bel vedere… Il Tennis Como, poi, è piccolo ma è molto bello, una terza struttura di metallo sarebbe troppo invasiva. Occorre stare attenti a mantenere i giusti equilibri».
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