Como, Ramella e l'arbitro:
"Poteva aspettare"

Il tecnico della Pro Vercelli: "Non si poteva più giocare, il pallone non rimbalzava più"

COMO - «Forse l'arbitro aveva paura di perdere l'aereo, poteva aspettare ancora qualche minuto prima di sospendere la partita. L'impressione è che volesse andarsene prima possibile», dice Ernestino Ramella, sponda Como. «Non si poteva più giocare, il pallone non rimbalzava più», ribatte Maurizio Braghin, tecnico della Pro Vercelli. Questione di punti di vista. Per un arbitro la definizione più corretta è "discrezionalità".


Ovvio, la decisione di sospendere la partita penalizza il Como in vantaggio 2-1 a mezz'ora dalla fine, e dà una mano alla Pro Vercelli che stava inseguendo. Ma tant'è. Ramella ha un solo cruccio: «Per i tifosi, che dovranno spendere altri soldi per rivedere la partita».

Crucci che scompaiono quando gli si fa notare che i due gol del Como sono nati da due palle inattive: «È una grande soddisfazione per un allenatore provare due situazioni in allenamento e il giorno dopo ripeterle in partita e segnare: un corner con blocco sul secondo palo nel primo gol, una rimessa laterale perfetta sul secondo. È importantissimo sfruttare queste occasioni. Peccato, ora ci conoscono e quando recupereremo la partita dovremo inventarci qualcos'altro...».

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