Cantù, Corrado lascia
La Cremascoli presidente

L'ex numero uno: "Potrò tornare a tifare in curva". Anna Cremascoli diventa così la prima donna presidente di una società di basket di serie A

CANTÙ - Alessandro Corrado non è più il presidente della Pallacanestro Cantù. A ufficializzare l'indiscrezione che questo giornale aveva anticipato, un comunicato diffuso venerdì in serata.
«Pallacanestro Cantù e Alessandro Corrado - si fa presente - congiuntamente informano che Alessandro Corrado ha comunicato la propria cessazione dalla carica di presidente e consigliere della società». Dopodiché, l'omaggio: «Pallacanestro Cantù ringrazia sentitamente Alessandro Corrado per l'attività svolta a favore della società e per la passione dimostrata quotidianamente nell'espletamento della propria carica, nonché per l'entusiasmo dimostrato a supporto della squadra nel raggiungimento dei traguardi di questi ultimi anni». E il contro omaggio: «Alessandro Corrado augura i migliori successi e i più prestigiosi risultati al nuovo presidente ingegner Anna Cremascoli e a Pallacanestro Cantù, che continuerà a seguire da tifoso con affetto ed entusiasmo immutati».
Anna Cremascoli diventa così la prima donna di sempre presidente in serie A.
«Il triennio di mia competenza si era esaurito e così, con molta serenità, ho deciso di lasciare». Come suo costume, del resto, è la semplicità fatta persona, Alessandro Corrado. «Soprattutto in queste ultime due settimane ho riflettuto molto, dopo che l'idea di farmi da parte mi era balenata qualche tempo fa. Ho assunto la decisione con assoluta serenità e non ho alcun rammarico».
L'ormai ex presidente quando ha accennato al «triennio di mia competenza» si riferiva al fatto che quando la società era passata dai Corrado ai Cremascoli, l'accordo prevedeva tra l'altro che alla testa del club per le successive tre stagioni restasse lo stesso Alessandro. Peraltro, all'inizio dell'estate i fratelli Cremascoli avevano dichiarato che nulla ostava a che Corrado avesse voluto mantenere l'incarico. E invece? «Ho maturato sempre più la convinzione che è giusto che sia chi investe a rappresentare poi il club in prima persona - rileva -. E ho preferito non accettare altri incarichi in seno alla società anche se tale richiesta mi è stata fatta. Rimango tifoso perché l'amore per la squadra non può certo svanire per il solo fatto che non sono più presidente. Continuerò a vedere le partite, a seguire la squadra e a soffrire per questi colori. Libero da incarichi istituzionali potrò anche tornare a incazzarmi, manifestandolo, così come avveniva quando frequentavo la curva. Forse mi sono sempre sentito più tifoso che presidente».
Dopo una dozzina d'anni, dunque, la famiglia Corrado non rivestirà più alcun ruolo all'interno della Pallacanestro. «Lasciatemi affermare che se ora siamo qui, reduci dalla finale scudetto e prossimi al debutto in Eurolega, è anche per merito della mia famiglia. Duplice il motivo: intanto perché soltanto un pazzo come mio padre poteva sborsare nel 1999 due miliardi e 800 milioni di lire per salvare la pallacanestro il cui titolo sportivo era già diretto a Pesaro. In secondo luogo perché, nel 2008, regalando il club ai Cremascoli ha compiuto l'ennesimo ed estremo atto d'amore per questa società».

© RIPRODUZIONE RISERVATA