La leggenda di Gigi Meroni
non passa mai di moda

A 44 anni dalla sua scomparsa, è stata organizzata una serata-dibattito nel corso della quale l'hanno ricordato molti dei suoi vecchi amici

COMO - Gigi Meroni, una leggenda che non passa mai di moda. E ogni anno qualche volenteroso organizza qualcosa per ricordarlo. A 44 anni dalla sua scomparsa, la Famiglia Comasca ha organizzato un dibattito con ospiti che l'hanno conosciuto o che l'hanno apprezzato. Come giocatore cresciuto nel Como ed esploso nel Torino e come amico. Come "Vun di Nost", titolo in dialetto della serata.


Pietro Vierchowod non l'ha mai affrontato, ma l'ha saputo apprezzare crescendo: «Uno come Meroni oggi ma farebbe comodo a molti allenatori, in un calcio così poco fantasioso. Peccato abbia giocato nel Genoa e non nella Samp...».


Una serata di ricordi affettuosi raccontati dalla sorella Maria e di aneddoti curiosi. Come quello citato da Livio Prada, collaboratore del Como, a cui viene dato il merito di aver scoperto Gigi Meroni all'oratorio di San Bartolomeo: «Ne portavo tanti al Como da San Bartolomeo, ma uno forte come "Luisin" non si era mai visto. L'allenatore era Lamanna: diceva che doveva mangiare qualche bistecca in più perché era troppo magro».


Gigi Meroni artista, a spasso con la gallina o a bordo della balilla, come l'ha voluto ricordare l'amico Giampiero Della Torre. La serata ha fatto emergere anche un Meroni coraggioso, capace di rifiutare i soldi della Juve e degli Agnelli: «Diceva sempre orgogliosamente - ricorda Graziano Brenna, vicepresidente Confindustria Como - che aveva scelto di stare dalla parte giusta del Po».

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Eco di Bergamo L'omaggio a Gigi Meroni