Basket, dopo otto mesi
la Comense torna a casa

Domenica a Casnate arriva il Parma: ad aprile l'ultima gara di campionato al Palasampietro

COMO - All'ottava giornata di campionato la Comense finalmente inizia a giocare al Palasampietro.
La prima partita interna della stagione si disputerà infatti domenica a Casnate contro Parma (ore 18). Sono gli scherzi dell'Opening Day disputato a Cervia, del calendario del girone d'andata, e dei due turni di squalifica del campo per la vicenda Wabara convertiti nelle due gare sul neutro di Mortara. Per i tifosi, oltre che per la squadra ovviamente, è stata dura. L'unico incontro ufficiale disputato nel palazzetto di casa è quello di due mesi fa in Coppa Italia. Mentre l'ultima gara di campionato a cui il pubblico comasco ha potuto assistere dalle comode gradinate gialle casnatesi risale addirittura a otto mesi fa, in quel fatidico 6 aprile del fatto-Wabara.
Logicamente disputare tutte le prime sette partite in trasferta, neutro incluso, è un handicap non indifferente. È anche saltato buona parte dell'incasso del big match contro le campionesse d'Italia di Schio. E il fattore casa è andato a farsi benedire. Oltretutto nel girone d'andata erano in calendario solo quattro gare casalinghe. Ne restano due: questa contro il Parma di Adriana e Antibe, e quella del turno serale di sabato 17 dicembre contro il Pozzuoli di Zampella, Fazio e Vilipic. Quanto meno un'appendice è prevista martedì 20 dicembre nell'andata dei quarti di finale di Coppa Italia contro l'Umbertide di Zara.
Ma quanto può aver inciso questo "esilio", in una classifica peraltro positiva per la Comense con quattro vittorie e tre sconfitte di cui una dopo un supplementare e una all'ultimo secondo? «Giocare fuori non è come giocare in casa, e questo è un dato di fatto oggettivo - commenta Viviana Ballabio -. Se vogliamo ben vedere una delle due partite in campo neutro l'abbiama vinta lo stesso, però è anche vero che quella persa contro Cagliari se fosse stata al Palasampietro magari pur giocando male l'avremmo vinta. Va anche detto che su un campo o su un altro ci vai comunque per vincere. E tutto sommato a parte Mortara le altre le abbiamo vissute come delle normali trasferte. Alla fine non credo che sia stato così condizionante per la classifica. Adesso però torniamo a giocare sul nostro campo e credo proprio che questo sarà un vantaggio».
Passata la delusione per la sconfitta con il Geas? «È una sconfitta che deve essere fonte d'insegnamento. Abbiamo capito che possiamo "fare" la partita nel bene e nel male e che dobbiamo saperle chiudere prima di arrivare a giocarcele nel finale, quando sotto pressione facciamo più fatica a tenere le nostre certezze. Ci serve per capire dove lavorare. Così come è evidente che qualche giocatrice sta attraversando un calo di forma. Ma ciò non scalfisce quanto di buono abbiamo fatto finora. Dobbiamo solo trovare un po' più sicurezza nei nostri mezzi per essere pronti a superare le difficoltà».

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