Basket, Comense choc
Butler scappa negli Usa

Non è tornata dalle vacanze e l'appartamento è vuoto. Lei è irrintracciabile, l'agente: "Problemi familiari". Ma la società non ci crede

COMO - Ha svuotato l'armadietto del Palasampietro, ha liberato l'appartamento che teneva in centro Como, è salita sull'aereo per Washington, e senza dire niente a nessuno non ha più fatto ritorno.
L'aspetto più sconcertante è che non c'era stata la benchè minima avvisaglia. Kimberly Butler non è rientrata dagli Usa e non tornerà più. L'ala-pivot nerostellata non si è presentata alla ripresa degli allenamenti dopo la sosta natalizia. Allenatore e società hanno fatto questa amara scoperta proprio giovedì. Un fulmine a ciel sereno. Ed ora bisogna reperire un'altra lunga.
Una fuga premeditata e inspiegabile. "Kim" Butler stava disputando una buona stagione, era in armonia nello spogliatoio e con la staff tecnico, era regolarmente retribuita dalla società, e nessuno poteva immaginare un simile epilogo. Il 20 a Casnate si era giocata l'ultima gara prima delle festività: grande vittoria contro Umbertide nei quarti di Coppa Italia. Per l'occasione Butler, sotto gli occhi del fidanzato giunto un paio di settimane prima, aveva disputato la sua migliore partita: per la prima volta era andata in doppia cifra.
Nata negli States ma con passaporto sportivo inglese grazie al padre emigrante, titolare nella nazionale britannica nel ruolo di "4", aveva disputato con buoni esiti il recente Europeo e ha come grande obiettivo le Olimpiadi londinesi.
Una lunga di 29 anni con ottima velocità, solida in difesa anche sui centri, meno brillante al tiro. Nelle 11 partite in maglia Comense (dieci in campionato più l'ultima in Coppa) aveva usufruito di 21 minuti di media (con 5.2 punti, 41% da 2, 1/8 da 3, 4.5 rimbalzi, solo 2 liberi tirati proprio contro Umbertide, e 4.5 di valutazione): un minutaggio più che discreto, considerando che andava in rotazione con due pilastri come Smith e Harmon.
Per trovare spiegazioni al suo gesto, si brancola nel buio. Il procuratore ha poi fatto pervenire una mail motivando la decisione con improvvisi gravi problemi familiari. Il fatto è che l'appartamento era stato lasciato libero e in ordine, e che alla ripresa degli allenamenti con grande sorpresa è stato trovato l'armadietto vuoto. Una partenza pianificata e incomprensibile.
Forse in un'ottica di avvicinamento alle Olimpiadi, dopo cinque stagioni europee di medio-alto livello fra cui Kosice e Riga, Butler si attendeva di più. Però la Comense è quarta in classifica e la giocatrice godeva di buona considerazione.
Un epilogo che riporta alla mente quello più celebre di Fijalkowski, che peraltro svuotò l'armadietto a seguito di alcune divergenze generali. Quest'anno una sorpresa c'era già stata al raduno quando non si presentò il nuovo assistente, Soave.
La Comense ora deve rintracciare un'altra lunga, in grado all'occorrenza di tenere il campo da titolare. Deve essere europea, anche con visto tipo serba, o italiana. Ieri summit in società. «Come da contratto mi riservo di adire per vie legali sportive rivolgendomi alla Fiba per chiedere i danni - afferma il dirigente Stefano Pennestrì -. Già il fatto di mettere in pista la macchina organizzativa per cercare una sostituta a metà stagione mi crea dei danni che metterò in conto alla giocatrice così come altri passaggi che sono nei miei pieni diritti. Certamente non gli concederò il nulla-osta per trasferirsi in un'altra squadra. Se ci fossero stati dei problemi familiari, e ne fossimo stati messi al corrente, saremmo certamente andati incontro alla ragazza. Ma questa anomalìa non mi convince. Quello che colpisce è che non ci sono motivazioni legate all'ambito Comense. Era serena e in armonia con tutti. Visto che ci ha presi in giro non transigeremo. Oltretutto non più tardi una settimana fa ci eravamo detti: che bello, quest'anno abbiamo azzeccato le quattro straniere. Sembrava tutto idilliaco».

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