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Lunedì 12 Marzo 2012
Lienhard, quarant'anni dopo
«Qui ho scoperto l'America»
Nostra intervista con l'indimenticato giocatore statunitense protagonista dei grandi successi internazionali della Pallacanestro Cantù negli Anni Settanta.
COMO - «Ho vissuto 18 anni a New York, 4 ad Athens in Georgia e 38 a Cantù. Sono nato nel Bronx ma mi sento canturino sino al midollo».
Bob Lienhard, 2.08 d'altezza, è nato a New York (nel quartiere del Bronx) il 2 aprile 1948 e sta dunque per compiere 64 anni. Dopo il quadriennio all'Università con i Georgia Bulldogs, nell'estate del 1970 viene ingaggiato dalla Pallacanestro Cantù dove resterà per otto stagioni consecutive vincendo uno scudetto, una coppa Intercontinentale, due coppe delle Coppe e tre coppe Korac. Con 3.354 segnati è il settimo realizzatore di sempre del club biancoblù.
Bob Lienhard, lei è stato e resta tuttora un simbolo della Pallacanestro Cantù, eppure non solo ha rischiato di non giungere mai in Brianza ma addirittura di giocare per il Simmenthal.
«Gamba e Rubini vollero farmi un provino nell'aprile del 1970. Rimasi una settimana a Milano, pensavo di essere andato bene, ma scelsero Kenney perché preferirono un pivot con le sue caratteristiche. E fu la mia fortuna».
Perché a farsi avanti fu Cantù.
«Già. Firmai per il club del sciur Aldo che mi vide in azione nel corso di un'amichevole che con le scarpette rosse giocammo a Cantù. Il 13 agosto di quello stesso anno arrivai in città. Il ritiro iniziava il 1° settembre ma vollero lasciarmi due settimane di tempo per agevolare l'ambientamento».
Immaginiamo il trauma di un newyorchese nella Cantù di quarant'anni fa...
«Non andò così, la cittadina mi piacque subito. L'unica vera difficoltà era data dal fatto che nessuno parlava inglese. Quanto al resto era tutto ok. Inoltre scoprii presto che non ero solo un numero bensì parte integrante della città».
Leggi il seguito della lunga intervista nell'edizione de La Provincia in edicola martedì 13 marzo
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