
Sport
Martedì 03 Aprile 2012
Crisi Cantù, un giallo
tra calcio e politica
Ronchetti: «Dietro a quanto accaduto ci sono state delle ingerenze politiche che, invece di fare del bene al Cantù, hanno portato a questa schifezza». Arosio: «La mia politica è stata quella della riduzione dei costi»
Marco Ronchetti, l'allenatore della storica promozione in D, si definisce «smarrito» nel commentare questa retrocessione. «Vedere bruciare in questa maniera quanto raggiunto in anni di sacrifici, fa davvero male».
Ma Ronchetti non si ferma qui e coglie l'occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «Credo che la dirigenza del Cantù debba smetterla di rilasciare dichiarazione a sproposito, e ricordarsi che la scorsa stagione era essa stessa ad amministrare la società e a vidimare i bilanci. Quanto accaduto in estate è poi stato, con le dovute proporzioni, un vero golpe. Tutta la squadra era disposta a continuare anche senza percepire un euro. Alla società non sarebbe costato nulla. E invece chi c'è ora ha voluto distruggere tutto. Dietro a quanto accaduto ci sono state delle ingerenze politiche che, invece di fare del bene al Cantù, hanno portato a questa schifezza». A chi si riferisce? «Alle gestioni di Gennaro Novelli, Fabio Cozza e Edgardo Arosio». Persone che hanno avuto o hanno tuttora anche un ruolo politico, in quota Pdl e i primi due (ex assessore allo sport dal 2002 al 2007 il primo, candidato nella lista di Marcantonio il secondo) e Lega (Arosio, ex sindaco di Cantù ed ex consigliere regionale, oggi candidato consigliere nella lista Molteni). Novelli ha spiegato le sue verità due giorni fa. Che ne pena Arosio? Esordisce con una risata: «Stiamo scherzando forse? L'unica politica che ho portato nei miei dieci mesi, e dico dieci mesi, di gestione al posto di un presidente dimissionario, è stata quella della riduzione dei costi. Da un budget esagerato, insostenibile, di 300.000 euro all'anno, lo abbiamo portato a 40.000. Semplicemente certi livelli, questa società non poteva più sostenerli. E la colpa è anche di allenatori e calciatori e delle loro pretese. Politica economica poi saggiamente continuata da Novelli».
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