Sport
Martedì 29 Maggio 2012
Cantù , 35mila euro
o sparire dal calcio
Si devono pagare gli ex tesserati per ottenere le liberatorie e iscriversi al prossimo campionato di Eccellenza. A rischio anche il settore giovanile
La situazione al Cantù San Paolo si fa sempre più pesante: se entro fine giugno non verranno onorati i debiti con i vecchi allenatori e giocatori, la società rischia di chiudere. I dirigenti devono ottenere le liberatorie da parte degli ex tesserati, per procedere all'iscrizione al campionato di Eccellenza.
Se il 30 giugno non ci saranno questi documenti, il Cantù perderà il titolo sportivo, diventando di fatto una scatola vuota. Perché automaticamente si svincoleranno tutti i giocatori, dalla prima squadra ai Pulcini. Una situazione che potrebbe travolgere anche gli altri settori della società: c'è il rischio di uno svincolo automatico di massa di tutti i ragazzi che giocano a pallavolo e disputano le gare di atletica con la maglia del Cantù.
La vertenza economica è stata messa in atto da un gruppo di ex giocatori e tecnici della prima squadra, le commissioni accordi economici della Lega Nazionale dilettanti e del settore tecnico hanno già condannato il Cantù al pagamento di una cifra vicina ai 35 mila euro. Ora, i giocatori e i tecnici pretendono che la società onori gli impegni: «Senza versamento, non firmiamo la liberatoria». Dall'ex capitano Fabio Tomaino arriva però un gesto di distensione: «Rinuncerò ai miei 3 mila euro perché sono canturino e ho questa società nel cuore. Ma appoggio in pieno l'istanza dei miei ex compagni».
Michele Spaggiari, Manolo Artesani, Andrea Arnaboldi, Simone De Vecchi, Andrea Corti e Fausto Erba, gli artefici delle migliori stagioni del Cantù con i tecnici Marco Ronchetti e Claudio Pelosi, non intendono arretrare di un millimetro e non accetteranno ulteriori rinvii.
In un incontro con il presidente Gennaro Novelli, a sua volta impegnato in una difficile risanamento economico della società, i giocatori hanno ottenuto dal presidente l'impegno per cercare di risolvere la questione.
«Una società storica rischia di chiudere - dice Tomaino - e non credo che i dirigenti si vogliano assumere una responsabilità del genere per poco più di 30 mila euro».
Novelli però non se la sente di fare promesse: «Spero di riuscire a dare una risposta entro la prossima settimana. Siamo preoccupati per i 400 ragazzi del settore giovanile. Ma vogliamo vederci chiaro: mi sembra assurdo che per questa vicenda il Cantù possa rischiare di perdere tutti i suoi tesserati». Idee per recuperare la cifra richiesta? «Al momento nessuna e mi sembra anche difficile andare a spremere i nostri sponsor».
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