Sport
Mercoledì 06 Giugno 2012
Crisi Comense
A1, serve un miracolo
La società ha rinunciato all'iscrizione alla A3. Stefano Pennestrì: "Due settimane di tempo per trovare la soluzione, ma la situazione è disperata"
Eccolo: «La squadra di basket non richiederà la wild card per giocare il prossimo campionato di serie A3. Per quanto concerne invece l'iscrizione alla serie A1, la decisione rimane ancora in sospeso con l'auspicio che se ci fosse una persona interessata potrà avvalersene, esclusa comunque la partecipazione dello scrivente».
In pratica la Comense tiene in piedi il titolo di A1 (iscrizioni entro 5 luglio) ma come già noto Pennestrì esce. E non farà alcuna istanza di ammissione in altri campionati.
Altre due settimane di tempo perché si materializzi un nome importante che mandi avanti la A1 come sponsor primario e futuro presidente. Viceversa Pennestrì mollerà la A1 e la Comense farà solo le giovanili. Abbiamo chiesto chiarimenti al dirigente Stefano Pennestrì.
«È un comunicato che purtroppo deve essere letto in senso negativo. Non abbiamo le finanze neanche per fare la serie A3. O arriva una persona che rileva la prima squadra e si fa carico di tutto, come sponsor e presidente, oppure se la sezione pallacanestro rimane a noi faremo soltanto le giovanili».
Non è un bluff, e poi la Comense si iscrive alla A1? «No assolutamente. Sottoscrivo che la serie A1 con Pennestrì uguale allo zero per cento».
E non c'è il budget nemmeno per la A3 ? «Abbiamo fatto i conti, e al di là delle under servono comunque delle senior che magari prendi da fuori e con tutti i costi accessori non ci stiamo. Non faremo domanda per la A3 nemmeno se riaprono i termini e né successive istanze per i campionati nazionali. Magari B o C regionale solo come eventuale sfogo».
Ma ci sono ancora speranze per la A1 ? «Lasciamo aperta la finestra ancora per un po'. Due settimane ancora. Magari succede un miracolo. Dei contatti ci sono come ci sono sempre stati senza però mai concretizzarsi. Intanto le giocatrici sono libere».
È da un anno che avete annunciato il vostro disimpegno. «Forse anche di più. Ma non si può imputare niente agli sponsor, alle aziende del territorio e alle istituzioni locali, in un momento di crisi come questo. Semmai deve essere lo Stato a fare j'accuse perché lo sport in Italia viene per ultimo».
Come la vive il presidente ? «Mio padre è un sognatore. E giustamente dice che non vuole lasciare nulla d'intentato. Ma in questo momento è una persona affranta e sofferente. Questa presa di coscienza l'ha distrutto emotivamente. Vorrebbe salvare quanto di buono è stato fatto in tutti questi anni, ma si rende conto che non ce la fa». Intanto Stefano Pennestrì annuncia: «Ho comunicato alla LegA di non essere disponibile a ricandidarmi alla presidenza».
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