Sacripanti sulla strada di Cantù
«Noi poveri ci proviamo»

Parla l'allenatore della Juve Caserta, odierna avversaria di Chebolletta in campionato

CANTÙ - È la quarta stagione a Caserta per Pino Sacripanti (così come è la quarta per Andrea Trinchieri a Cantù), ma non c'è dubbio che quella attuale si sia subito annunciata come la più difficile. Società alle prese con gravi problemi economici, budget per la campagna acquisti tra i più bassi della serie A e al momento forse il più modesto (attorno ai 650mila euro) dopo che si è deciso di rinunciare in corsa anche ai due americani Chatfield e Wise.

Così, il Pino canturino deve arrangiarsi con un roster ridotto a sette giocatori con l'aggiunta di un paio di giovanissimi e di un altro paio di sparring partner per gli allenamenti. E il bello è che fa pure risultato perché in queste condizioni essere già riuscito a vincere quattro partite ha del miracoloso.

Ultimamente, per Sacripanti è stata coniata la definizione di "Robin Hood dei canestri". «Lasciamo perdere - risponde con la consueta umiltà che lo contraddistingue -. La verità è che tutti noi, nonostante i gravissimi problemi, non ci siamo persi d'animo e per me è stato persino più facile assemblarli e motivarli i giocatori. Nel breve periodo ci si compatta e si ottimizzano gli sforzi, ma alla lunga questa delicatissima situazione sarà sicuramente destinata a pesare. Spero solo che venga riconosciuto quello che stiamo facendo con ciò che abbiamo a disposizione».

«Anche senza tre giocatori, Cantù resta di un livello tecnico e fisico superiore al nostro. Diciamo che, nella logica della vigilia, quella con Cantù è una partita quasi impossibile da vincere».

Leggi l'intervista integrale nell'edizione de La Provincia in edicola domenica 2 dicembre

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