Cantù, come pesano le assenze
Ma la panchina non trova spazio

La squadra biancoblù sta attraversando un momento delicato ed è molto "corta". Eppure i comprimari non vedono il campo

CANTÙ - La pessima prestazione fornita contro la Montepaschi e soprattutto quella balbettante prodotta al PalaMaggiò non rappresentano un bel segno. Cantù è alle prese con una sorta di morìa del proprio roster, avvenuta in parte in modo inconsapevole (leggasi l'infortunio di Aradori), in parte in maniera più consapevole (alludiamo alla telenovela legata al lungodegente Scekic) e in parte ancora assolutamente consapevole in relazione alla figura del sostituto di Jerry Smith laddove in un mese sono stati bocciati tutti i nomi ipotizzati.

Insomma, capitata per caso o agevolata dalle circostanze, resta il fatto che così com'è - in relazione alle ambizioni che nutre - la squadra biancoblù è troppo corta. Premesso che il play da affiancare a Tabu era da ingaggiare ieri, l'altroieri e prima ancora ma che ora lo si attende per domani, e che l'assenza di Scekic è talmente cronica da non essere più neppure ritenuta tale, risulta meno comprensibile la scelta di non ricorrere ai giocatori che completano la partita.

A Caserta il solo minuto concesso ad Abass, il non entrato riservato sia a Kudlacek (l'anno scorso, a parti invertite, giocò 11 minuti) sia a Casella (un anno fa era pur sempre titolare in Legadue) hanno di fatto posto la Chebolletta allo stesso livello della Juve quanto a numeri di elementi utilizzati, quando invece allargare le rotazioni avrebbe permesso di ritrovarsi con i titolari più freschi nei momenti decisivi.

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