Sport
Venerdì 12 Aprile 2013
Recalcati: «Io coach di Cantù?
Un onore ma è solo fantasia»
Intervista con l'allenatore canturino che domenica sfiderà la Lenovo con la sua Montegranaro
Ovvio che da queste parti si auspichi per il prossimo capitolo un esito diverso da quello della puntata precedente, eppure occorre presente che la Sutor è la formazione che vanta attualmente la striscia positiva più lunga della serie A essendo infatti reduce da quattro vittorie consecutive.
State benissimo, insomma, signor Recalcati?
Avendo ampiamente ottenuto il risultato prefissato (la salvezza, ndr), siamo tranquilli. Forse anche troppo. Del resto, quando resti sotto pressione per mesi e mesi è naturale che il livello di guardia si abbassi.
Non si direbbe alla luce del vostro recentissimo successo contro la capolista Varese.
Se avessimo giocato contro avversarie tipo Avellino e Venezia non avremmo trovato le stesse motivazioni che ci hanno consentito di tener testa e battere la Cimberio. L'importanza di chi affronti è un propellente che ti aiuta a tener alta l'attenzione.
E questa Cantù messa così male è in grado di accendere la vostra fantasia?
Non scherziamo. Si tratta di una squadra che ha bisogno assoluto di fare punti, motivata e di valore. Attraversa un periodo non esaltante ma ha pur sempre il suo blasone. Snobbarla comporterebbe il rischio di essere presi a schiaffi.
Il nome di Recalcati è stato accostato a quello della Cantù del prossimo anno.
Che fantasia! D'acchito mi viene appunto da commentare soltanto con "che fantasia". Non nascondo che mi faccia piacere un tale accostamento anche perché tutti sanno cosa significhi per me Cantù. Ma davvero non c'è niente. Nessun contatto. Si sta parlando del nulla.
Leggi l'intervista integrale nell'edizione de La Provincia in edicola venerdì 12 aprile
© RIPRODUZIONE RISERVATA