Abass: «Niente più scuse
Dobbiamo battere Cantù»

Domenica a mezzogiorno la Germani Brescia in cui gioca l’ala comasca affronta l’Acqua San Bernardo. L’intervista con Awudu.

Da Como, dove tuttora risiede, per giocare da professionista dapprima ha raggiunto la limitrofa Cantù dove si è intrattenuto la bellezza di sei anni per poi far tappa il biennio successivo a Milano e da questa stagione ritrovarsi a Brescia. L’orizzonte geografico di Awudu Abass - 25 anni, ala piccola di 2 metri per un centinaio di chili - continua a essere circoscritto alla natìa Lombardia. Vero che si allontana sempre un po’ di più dalla “sua” Camerlata, ma in fondo siamo ancora a un tiro di schioppo.

La scorsa estate, oltre ad aver detto sì ad Anna con la quale si è unito in matrimonio, “Abi” ha celebrato le nozze anche con la Germani Brescia, team reduce dalla semifinale scudetto e che forte di un budget attorno ai 4 milioni di euro ha speso come non mai per allestire una squadra sulla carta ancor più forte e competitiva, con abbondanza di rotazioni.

Ciò nonostante, la Leonessa - che domenica a mezzogiorno ospiterà la San Bernardo Cantù - non ha sinora ancora mostrato compiutamente i propri artigli soprattutto in campionato. Perché (premesso che il bilancio complessivo è di 6 successi in 19 partite ufficiali) se in Eurocup le basterà vincere di 2 punti mercoledì prossimo in casa contro i tedeschi dell’Ulm per accedere alle Top16 della seconda coppa europea per importanza, in serie A la formazione di coach Andrea Diana non se la passa granché bene ritrovandosi abbondantemente nelle retrovie con 3 vittorie e 6 sconfitte (proprio come i brianzoli). E quello con la San Bernardo sarà una sorta di snodo cruciale perché poi il calendario le assegna Cremona e Milano entrambe fuori, Sassari in casa, Bologna in trasferta e Venezia a domicilio.

Insomma, dovesse andarvi di traverso l’Acqua San Bernardo sarebbero cavoli amari...

Sono d’accordo, per noi si tratta di una gara cruciale. Non possiamo permetterci di perderla, a maggior ragione giocando dinnanzi alla nostra gente.

Anche perché avete da farvi perdonare il disastro combinato mercoledì a Belgrado contro la Stella Rossa (match perso 103-77).

Esatto. E a un certo punto eravamo anche 65-22...

Che è successo?

Direi che sono quelle partite in cui se non entri in campo con la fame adeguata poi rimedi brutte figure.

Ma come sta andando l’Abass bresciano (10 punti in 26’, con il 45% da 2, il 33% da 3 e 3.7 rimbalzi in A, 11.4 punti in 29’, con il 52% da 2, il 27% da 3 e 6.6 rimbalzi in Eurocup)?

Tra alti e bassi. Qualche buona partita l’ho pure fatta riuscendo a dare una grossa mano ai compagni, ma non nascondo che in altre occasioni il mio apporto non è stato soddisfacente. E non poter essere d’aiuto è ciò che più mi rattrista.

C’è una spiegazione?

Non è facile arrivare da una stagione in cui ho giocato pochissimo (all’Olimpia Milano, ndr) e riuscire a trovarsi subito a proprio agio in una realtà in cui invece mi viene chiesto - per fortuna! - di stare in campo a lungo. Devo ritrovare una gestione di me stesso, delle mie scelte e delle soluzioni di tiro. Sono comunque certo di star per (ri)trovare la mia dimensione.

Il coach la utilizza sempre nello stesso ruolo?

La stragrande maggioranza dei minuti mi fa giocare da ala piccola, ma ogni tanto mi impiega anche da guardia. Così facendo, noto che aumenta la mia visione del gioco e questo principio di doppia dimensione trovo possa rappresentare un investimento per il mio futuro.

Cosa più la soddisfa e cosa, al contrario, più l’affligge?

In difesa ritengo di riuscire a dare sempre il massimo, limando il numero di errori, mentre non posso essere contento per come sto tirando da tre punti

Intanto la vostra classifica piange.

Di sicuro non è adeguata alla bontà dell’organico, su questo non ci piove, perché in effetti questa squadra non è affatto male. Tutt’altro. Non siamo stati molto fortunati. A Varese e a Trento, ad esempio, abbiamo perso all’ultimo tiro. Pur tuttavia, resto convinto che dobbiamo puntare in alto perché ci sono ottimi giocatori e alcuni vantano pure una certa esperienza.

Come si diceva, è in arrivo Cantù...

Sinceramente non ho seguito con attenzione la loro stagione, ma mi sembra che a loro volta stiano cercando di ingranare. Per i giocatori non deve essere facile esprimersi al massimo nel contesto di una situazione societaria piuttosto difficile. Ci sono passato anch’io, anche se lo scenario non era altrettanto drammatico. Ma Pashutin è un ottimo allenatore e credo che a lungo andare anche Cantù potrà compiere qualche passo avanti in classifica.

Di voi abbiamo già ampiamente riferito, quanto alla San Bernardo si segnala che proviene da 5 sconfitte di fila. Insomma, chi perde domenica si inguaia mica da ridere.

È giunta l’ora di dimostrare ciò che siamo e quanto valiamo. Non ci sono più scuse. Bisogna andare e basta, guardando avanti senza più voltarsi indietro.

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