Al Pianella ecco l’italiano Mannion
«Cantù e Recalcati nel mio cuore»

Grande accoglienza al Pianella per il ritorno del campione americano

Guerra (di nostalgia ed emozioni) e Pace (del carattere dell’uomo, un grande). È tornato il

Messia bianco, quello mandato dallo Utah a cambiare i destini di Cantù, venti e rotti anni fa.

Missione compiuta, anche perché al fianco aveva una squadra vera e gente come Andrea “Rambo” Gianolla, che anche stavolta ha voluto stargli al fianco, nel giorno del suo arrivo al Pianella. Lui, di Mannion, non solo compagno, ma anche sodale, per una vita in simbiosi, dentro e fuori dal campo.

Incanta, Mannion. In virtù anche di un italiano ancora perfetto, a dimostrazione della sua grande intelligenza, e non solo cestistica. «Non vi sorprendete – minimizza -, mia moglie è italiana, un mese all’anno lo passiamo a Ostia e mio figlio Nicolò parla meglio il romanesco dell’inglese. Anch’io, quando devo fargli arrivare un concetto che gli altri non debbono sentire, a lui mi rivolgo nella vostra lingua».

Da Corsolini a Lanzi, da Bouie a Caldwell. Tanti i nomi che passano nella carrellata di Pace Mannion. Ma c’è ne è uno in particolare che fa accapponar la pelle a uno glaciale come il mormone del Lago Salato: Carlo Recalcati. «Oh, Charly. Mi hanno fatto una sorpresona e me l’hanno passato al telefono. Grande allenatore e grande uomo. Gran lavoratore, uno che non faceva sconti. Tecnico vero e coraggioso».

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