Allenamenti in forma “ibrida”
«Ma giusto lo stop alle partite»

Giro d’orizzonte tra alcune società comasche per capire ora come intendono muoversi.

Ripartono gli allenamenti di basket, ma con distanziamento e senza contatto. Dopo lo choc del lockdown dichiarato dalla Regione venerdì scorso che aveva paralizzato il movimento cestistico lombardo, le società possono tornare in palestra grazie alla nuova ordinanza che consente una forma ibrida di allenamento. Certo, lo strada verso i campionati resta in salita (sono sospesi per ora fino al 13 novembre), ma tant’è.

Negli ultimi due mesi le società avevano fatto grossi sforzi e grossi sacrifici per far ripartire l’attività in sicurezza. «E sappiamo che all’interno delle palestre ci sono più sicurezza e più controlli di quello che c’è fuori - sostiene Fabio Borghi del Cucciago Bulls -. Secondo me il lockdown è stata una decisione politica. Dico anche che bisogna poter studiare, come però pure fare sport, sono sullo stesso piano. Ed è surreale che i bambini possano fare catechismo ma non il basket, quando poi tante volte sono anche compagni di classe. Semmai sono d’accordo sul fatto di fermare i campionati: perché all’interno degli allenamenti sono soltanto io che mi assumo la responsabilità, mentre in partita non è più così. Fosse per me riprenderei gli allenamenti normali, con contatto, dando più responsabilità alle società».

Sullo stop ai campionati, ma non agli allenamenti, concorda Valerio Rossi del Btf 92 Cantù. «Basta vedere quante partite della Supercoppa di serie B sono già state rinviate. Noi stessi eravamo molto reticenti nel cominciare il campionato: più di una squadra era già in quarantena, non aveva senso. Meglio aspettare gennaio o la primavera. Però noto un’altra cosa: al Toto Caimi vedo i bambini fare atletica o pattinaggio, ma a quella età è lo stesso che fare minibasket. La differenza sta solo nella sensibilità delle società nello stare in palestra. Con questa nuova ordinanza, quindi, ricominciamo gli allenamenti da oggi per serie C, under e minibasket».

A proposito di sicurezza nelle palestre, Franco Minotti sottolinea quanto fatto a Figino. «Abbiamo preso un ingegnere, che già nel suo lavoro è responsabile della sicurezza sanitaria, per rendere le nostre palestre un luogo più protetto di tanti altri. Abbiamo adeguato il campo con dei box segnati per terra dove ogni bambino si cambia nel proprio posto. E abbiamo fatto un grande lavoro per mettere tutti in sicurezza. Perché va bene fare basket, ma prima di tutto c’è la salute. Gli allenamenti individuali perciò possono riprendere, se supportati dalle condizioni previste. Per i contatti la vedo più difficile: già prima di iniziare i campionati c’erano dei casi di positività».

Un’escamotage per riprendere una parziale attività era stato studiato dalla Polisportiva Comense. «Visto che da statuto siamo polisportiva e Centro Coni - osserva Guido Corti -, noi possiamo fare attività anche di atletica e ginnastica. Avevamo quindi pensato di tesserare i nostri giovani al Csi o all’Asc, e di fare un’attività di ginnastica finalizzata alla salute e di preparazione atletica. A questo punto però ricominciamo con basket e volley da lunedì. Anche perché gli allenamenti in palestra sono sempre stati sicuri: abbiamo investito tanto in materia sanitaria, compresa la app per gestire le presenze».

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