Ziella: «Con la finale di A
scendo dalla pedana»

Il ventiduenne ginnasta di Luisago lascia l’attività. «Non sono mai stato un campione, ma ho dato tutto»

«Quando ami davvero qualcosa, speri che questo amore non ti lasci più. Credevo fosse così anche per la ginnastica, ma purtroppo la mia avventura si chiude con la finale di serie A ad Eboli». A parlare è Federico Ziella che ha dato l’addio all’attività agonistica.

A soli ventidue anni, il ginnasta di Luisago ha deciso di smettere. «Ne avevo sei quando ho iniziato con questa disciplina - aggiunge l’atleta uscito dal vivaio della Gioy e attualmente all’Ares Cinisello -. Non sono mai stato un campione olimpico o un talento - anzi ho sempre faticato il triplo degli altri per arrivare alla loro base - e, nonostante tutto, non mi sono mai arreso».

Ziella ha veramente “amato” la ginnastica, tanto da superare anche le difficoltà. «Mi sono sempre rialzato da un arrivo scarso, da un’uscita di faccia, risalendo sull’attrezzo e riprovandoci fino alla morte - spiega il comasco -. Nel mio piccolo devo dire che mi sono tolto pure un po’ di soddisfazioni: ho gareggiato in serie A, il massimo campionato Italiano a squadre, equiparabile a quello del calcio e di altri sport non considerati minori, senza tuttavia avere un ritorno economico».

Nel momento dell’addio, c’è spazio anche per i ringraziamenti. «A tutti quelli che hanno riso delle mie sciocchezze in palestra e mi hanno sopportato. Un grazie particolare a Roberto Germani (è l’allenatore di Villa Guardia che lo ha seguito alla Gioy e poi a Carate ndr), che ho sempre ammirato per la voglia e la dedizione che mette nel lavoro: mi ha spronato a dare il meglio di me. Un grazie - conclude Ziella – invece non basta per i miei genitori che per tutti questi anni mi hanno permesso di praticare questo sport e sono stati i miei primi tifosi».

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