Arrigoni: «Cantù s’è svegliata
Manca solo un successo fuori»

Il momento dell’Acqua S. Bernardo letto dal grande esperto

«È un campionato particolare, tutto fuorché normale. Doveva essere un campionato di transizione, per permettere alle società di sistemarsi. Invece è un campionato di lacrime e sangue, come lo sarà il prossimo se la situazione non migliorerà, per le società che vivono soprattutto di incassi». L’aveva detto in tempi non sospetti Bruno Arrigoni, uno dei grandi saggi del basket italiano, ancora legato alla Pallacanestro Cantù, di cui è consulente esterno o, meglio «primo o secondo tifosi, fate voi, che dà consigli se interpellato ma mai consigli non richiesti». Arrigoni ha fatto le carte al campionato analizzando conferme, rivelazioni e delusioni. Soffermandosi ovviamente sulla S. Bernardo a cui fa un semplice “augurio”: «Vincere in trasferta, è il tassello che ancora le manca».

Stupito non troppo da Milano – prossima avversaria di Cantù - «che ha trovato un quadratura in campionato e soprattutto in Eurolega» e da una Venezia «che ha superato con dignità le tante problematiche, con coesione, dando un bel segnale al di là delle sfighe». E ancora, belle parole per Brindisi costruita dal canturino Simone Giofrè «una squadra vitale e vivace, che è non solo atletismo, con tanta tecnica e belle trame». La rivelazione? «Pesaro, senza dubbio, così bella anche in Coppa Italia. Ma attenzione, quella settimana di partite può compromettere il campionato, è molto rischiosa. Mi piace anche Treviso: domenica senza Logan ha fatto giocate tutta la panchina».

Poi si arriva al punto-chiave, le cinque a 14 punti, seppur con situazioni di recuperi-pause differenti, dove c’è anche Cantù: «Sono squadre che per un motivo o per l’altro hanno fatto fatica. Ognuna ha motivazioni e problemi, è una situazione non bella che però dà succo e pepe alla classifica». Però in quel gruppo di aspiranti salve – solo una retrocederà – c’è pure Cantù: «Oggi è una squadra che ha ritrovato continuità in casa, ma a cui manca tremendamente una vittoria in trasferta, che non arriva da Natale. Giocata e buttata quella di Trieste, Bucchi è stato bravissimo a tirar fuori la squadra dal fossato e rianimarla e la vittoria contro Cremona si è quindi rivelata importantissima».

Sembra un elogio a Bucchi… «Lo è, così come ero un estimatore di Pancotto. Ma quando ti prende lo sconforto è dura da togliere. La squadra aveva quel problema purtroppo, aveva perso fiducia. Ora vedo difesa, in attacco giochiamo più insieme, con le due bocche da fuoco Smith e Gaines sempre importanti. Così come Leunen. Ottimo anche il recupero di Pecchia, uscito come uno straccio dal Covid, oltre all’apporto dei due giovani Bayehe e Procida».

Domenica c’è il derby, il pronostico è a favore di Milano, ma Arrigoni non vuole che Cantù parta battuta: «Dipende più da Milano che noi, perché la loro squadra è superiore. Ma vorrei vedere questo: se noi diamo il massimo in difesa, non è poi necessario segnare sempre nell’azione successiva, anche perché non è possibile. Mi piacerebbe che Cantù rendesse la vita dura a Milano. Se invece ogni volta che scendono fanno canestro, allora la vedo durissima».

L.Spo.-Luca Pinotti

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