Adesso Pozzi può urlarlo
«Sì, sono un ironman»

A Zurigo la prima volta del marianese in una gara del genere «Dovevo portare a casa la medaglia».

“Stefano you are an Ironman”. Per sentire pronunciare questa frase dallo speaker dell’Ironman di Zurigo, Stefano Pozzi ha percorso, con il tempo di 12 ore e 28 minuti, 3,8 km a nuoto, 180 in bici e 42 di corsa a piedi.

«È stato un lungo viaggio, anzi è meglio dire tre viaggi, separati, uno per ciascuna disciplina», il pensiero del marianese (49 anni) alla prima “volta” sulla super distanza del triathlon.

Partenza alle 5 del mattino, con la frazione a nuoto, senza l’uso della muta, a causa dell’alta temperatura. Pozzi chiude in 1 ora e 31 minuti, in maniera veloce.

Il percorso in bicicletta inizia con trenta chilometri pianeggianti, poi una salita e lo strappo conclusivo di 600 metri, dove gli atleti passano tra ali di folla festante.

Due i giri: il primo senza problemi; il secondo più sofferto. «Ho avuto un po’ di calo, qualche pensiero negativo e il paesaggio sembrava addirittura diverso - spiega il marianese -. Era arrivato il momento di iniziare a risparmiare un po’ di energia per la frazione finale». A quel punto il triathleta marianese era in gara da quasi otto ore.

La maratona è tosta, anche a causa del grande caldo (si è disputata alle 3 del pomeriggio) e al terzo dei quattro giri, arriva la crisi. «Il passo rallenta, decido di correre sempre, anche lentamente, di camminare e reintegrarmi ai ristori - spiega Pozzi -. È stato il momento più duro della gara ma dovevo portare a casa la medaglia a Filippo (mio figlio di 9 anni, in vacanza, ndr) al quale l’avevo promessa. Ho stretto i denti e al quarto giro mi sono ripreso e ho finito in progressione. Sono un “ironman”».

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