Riva: «Non mi ricandiderò»
Sarà staffetta con Pirotta?

Il presidente del Comitato Como/Lecco di atletica prepara la successione

Giampaolo Riva non si candiderà nelle prossime elezioni per la presidenza del Comitato Fidal Como/Lecco. Lo ha comunicato ufficialmente nella riunione on line con tutte le società lariane. A novembre (o a febbraio 2021, la data è ancora da stabilire) si chiuderà il “regno” del lomazzese, che è iniziato il 13 maggio 2010.

Tre mandati (anche se il primo non intero, visto che Riva è succeduto al compianto Lino Quaglia, scomparso l’11 marzo 2010) per portare il comitato ad altissimi livelli. «Adesso è giusto cambiare -ha detto Riva -. Ho svolto i tre mandati e come da statuto, è venuto il momento di passare la mano. Con rammarico, perché ho dedicato anima e corpo per onorare la carica, ma adesso è doveroso che si facciano avanti anche i giovani. Serve una squadra nuova, per continuare il lavoro».

Le indicazioni per la successione sono cadute sull’attuale segretaria del comitato, la lecchese Francesca Pirotta. «Ma nulla vieta alle società di proporre altri candidati, soprattutto se giovani e che abbiano voglia di lavorare», sottolinea il presidente.

«Sono soddisfatto del lavoro che ho svolto, anche se si può sempre fare di più -aggiunge Riva -. Nei dieci anni ho avuto la soddisfazione -anche se non dipende da me, ma dalle società -di vedere aumentare i tesserati, soprattutto nelle giovanili. Ed anche l’onore di poter vedere rinnovate le piste e gli impianti del campo Coni a Como, di Mariano, di Rovellasca e di Cantù e, a breve di Lecco. Avere degli impianti funzionanti e funzionali, serve a far avvicinare gli atleti e poi a farli crescere. Chi mi succederà sicuramente avrà le stesse soddisfazioni, anche se il periodo attuale, con la pandemia, è delicato e particolare».

Riva non uscirà dall’atletica ma entrerà nella squadra regionale, nella “cordata” dell’attuale presidente Gianni Mauri. Il lomazzese è stato come il “prezzemolo”. Si possono contare sulla dita di una mano le gare alle quali ha “negato” la sua presenza. Dove non c’era, è perché non ha, come alcuni santi, il dono dell’ubiquità. Spesso, nelle giornate clou, passa dalla corsa in montagna al mattino, a quella su strada a mezzogiorno, alla riunione in pista. Una presenza attiva e non di rappresentanza.

Un “presidente operaio” che non si scandalizza di dare una mano agli organizzatori, come speaker, alle premiazioni o alla distribuzione dei risultati. In tempi di covid è stato utilizzato spesso come “rilevatore” della temperatura corporea all’ingresso dei centri sportivi. Un “grande presidente” come da tradizione del comitato:da Quaglia, che lo ha preceduto, dal 2001 al 2010 ad Umberto Pozzi, in carica dal 1989 al 2000.

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